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IL “TERRITORIO” IN UN CONTESTO EDUCATIVO

articolo a cura di Tiziana Varricchio

Laureanda in Scienze dell'Alimentazione e Gastronomia


Nella programmazione degli obiettivi didattici e socio-educativi attuali, risulta di fondamentale importanza realizzare, la relazione tra famiglia-scuola-territorio.

Il territorio è il palcoscenico naturale della vicenda umana. Nel concetto di territorio è racchiusa la struttura geomorfologica del luogo, la realtà antropologica, le tradizioni, la cultura, il luogo geografico, la società. Il territorio, quindi, è innanzitutto ambiente fisico- geografico, ma in più diventa ambito sociale ed educativo, insieme di sistemi, relazioni, pertanto la relazione famiglia-scuola-territorio diventa una triade educativa.

Attraverso la scoperta del paesaggio e dell'ambiente come risultato dell'integrazione millenaria tra risorse naturali e interventi dell'uomo, si stimola sin da piccolissimi lo sviluppo di conoscenze e valori simboli del proprio territorio e della propria comunità locale. La scuola va considerata come crocevia di relazioni e luogo di progettualità.

Considerare il bambino come un “centro attivo di competenze” e non un soggetto passivo significa instaurare un rapporto di dialogo per orientarlo verso una costruzione armonica delle sue relazioni, dandogli gli strumenti per rielaborare i suoi vissuti e le sue esperienze.


La scuola è il primo luogo sociale di cui il bambino fa esperienza, dove instaura le prime relazioni sociali e dove trova un ambiente predisposto al suo pieno sviluppo. Ma questo non basta: il bambino ha bisogno di vivere al di fuori delle quattro mura della scuola proficue esperienze sociali, fruire dei parchi della città, entrare in contatto con la natura, incontrare le persone, fare la spesa al mercato, frequentare i luoghi della cultura. Il luogo in cui si vive diventa così il terreno privilegiato per attuare la ricomposizione tra scuola e mondo della vita (il vissuto) e far agire l’interezza del bambino, dell’esperienza che vive.

Un mix di attività per i bambini, che potranno cosi sperimentarsi e sperimentare i contesti ambientali che li circondano, iniziare un percorso di

sviluppo per una conoscenza di base sugli ambienti naturali, conoscere alcune tradizioni locali più

significative e usanze tipiche, scoprire e mettere in atto le proprie risorse e competenze attraverso

l’utilizzo della manualità, stimolando curiosità e la creatività. I confini tra scuola e ciò che c’è al di fuori diventano confini mobili nello spazio ma anche nel tempo: tutto il tempo diventa “tempo educativo”. Nella scuola che va “fuori di sé” accadono cose interessanti, gli attesi imprevisti. Le uscite sono infatti vissute come piccoli “viaggi” ricchi di suggestioni ed emozioni. Deve essere offerta ai bambini la possibilità di esplorare la realtà che li circonda con occhi curiosi e attenti, per dar loro modo di acquisire, fin da piccoli, quello spirito di osservazione che costituirà lo stimolo per ogni

successiva conoscenza, per costruire insieme a loro una cultura di appartenenza, partecipazione,

conoscenza del proprio territorio.


Proporre nelle scuole progetti che coinvolgano le nuove generazioni in attività di conoscenza, custodia e salvaguardia della realtà circostante permette, nel tempo, agli alunni di acquisire una consapevolezza fondamentale: appartenere a una comunità che ha le sue radici in un territorio significa riconoscersi come il risultato della storia passata, ma anche e soprattutto protagonisti e artefici di quella presente e futura. Il coinvolgimento e in particolare la partecipazione diretta dei bambini, come se fossero dei piccoli “esploratori”, diventano azioni educative e formative fondamentali che portano non solo a scoprire, indagare e conoscere il proprio territorio, ma anche rispettarlo, salvaguardarlo e valorizzarlo. Avere un legame forte con il territorio, aumenta il senso di protezione nei suoi confronti.


Come sostiene il Poeta M. Butturini, anche io ritengo che: “Esplorare il mondo e gli alfabeti della cultura, della natura e dell’umanità, significa incontrare conoscenze e saperi; vuol dire mettere radici nei luoghi che abitiamo.”


Tiziana Varricchio

Fonte:

www.babyandjob.it

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