articolo a cura di Marco Bertini
Laureando in Scienze dell'Alimentazione e Gastronomia
Si parla comunemente di stress in riferimento a lavoro, gestione degli impegni famigliari, rapporti con i colleghi; insomma, la parola stress è notevolmente citata, talvolta abusata, da ciascuno di noi per definire situazioni che richiedono un impegno notevole delle nostre risorse psico fisiche per superare eventi più o meno complessi ed impegnativi. Di per sé lo stress è un induttore di adattamento, quindi, fino a certi livelli di
intensità è un evento capace di essere fronteggiato dalla plasticità fisiologica ed è addirittura necessario per proteggerci; in tal caso si parla di eustress. Nello sport, ad esempio, entrano in gioco molecole ossidanti in grado di favorire la prestazione, si pensi all’ossido nitrico ad esempio.
Ma quando lo stress è eccessivo e gli adattamenti fisiologici non riescono a far fronte a tale situazione cosa accade?
Si rientra in una situazione patologica silente chiamata low grade inflammation, potenzialmente un killer silente in grado di produrre danno al DNA (originare, tra l’altro, tumori), accelerare l’invecchiamento,
produrre eventi cardiovascolari avversi; insomma, una situazione che deve portare gli individui a cercare delle soluzioni in grado di tamponare l’effetto cumulativo dello stress. In quest’ultimo caso si parla di distress
(stress dannoso).
La descrizione fornita non basta per capire a fondo di cosa stiamo parlando, per capirlo parleremo di radicali liberi e stress ossidativo; ossia tutte quelle alterazioni a carico dei nostri sistemi biologici prodotte da una eccessiva esposizione ad agenti ossidanti (ROS) che possono portare fino alla morte cellulare. Lo stress ossidativo è mediato da un sistema REDOX, sistema in cui le nostre cellule, percependo stimoli esterni (fisici, chimici o biologici), si adattano attivando reazioni di ossido-riduzione. L’ossidazione è un processo naturale in cui
l’organismo reagisce con l’ossigeno durante la respirazione. Durante tale processo si producono delle molecole conosciute con il nome di radicali liberi. Si tratta di molecole contenenti ossigeno che possiedono uno o più elettroni non accoppiati. La molecola “ruba” quindi un elettrone da un’altra molecola allo scopo di stabilizzarsi. Questo sistema di scambio è detto appunto sistema REDOX, da cui ne consegue che, qualora le specie ossidanti siano superiori a quelle antiossidanti, il sistema verrebbe orientato a disequilibrio.
A volte parliamo i radicali liberi “buoni”, quando sfruttati come arma e controllati dal nostro sistema biologico. Faccio l’esempio di una lesione cutanea avvenuta nel mentre tagliamo una mela: abbiamo danneggiato la nostra cute, portando dei batteri patogeni oltre la barriera di protezione rappresentata dalla cute stessa, a questo punto i globuli bianchi, nello specifico i leucociti polimorfonucleati migrano nella sede
dell’insulto batterico attraversando le pareti dei vasi sanguigni, raggiungendo i batteri e fagocitandoli. In questa fase il globulo bianco, modificando l’assetto elettronico dell’ossigeno a lui disponibile, attraverso una reazione enzimatica, genera un radicale libero dello stesso in grado di uccidere il batterio. Il rischio biologico è legato ad una possibile “evasione” del radicale libero “killer” generato dal nostro sistema immunitario, per cui intervengono altri enzimi, in modo che i radicali liberi vengano disinnescati trasformandoli in molecole d’acqua.
Questo è un esempio di eustress.
Abbiamo capito che mantenere il nostro sistema in protezione, ossia un sistema REDOX equilibrato, è difficile, per cui vediamo quali saranno i bersagli dei ROS, i radicali liberi, che potrebbero portarci da uno stato REDOX bilanciato ad uno sbilanciato, ossia uno stato di infiammazione, un distress.
• Acidi nucleici, in questo caso si parla di mutazioni sfavorevoli a livello cellulare, il danno al DNA comporta proprio questo; l’insulto ossidativo può portare ad alterare le normali informazioni provenienti dal DNA portando alla produzione di cellule alterate, cellule che non risponderanno alle indicazioni del nostro
organismo, le cellule tumorali appunto.
• Lipidi di membrana. Le nostre membrane cellulari sono fatte di lipidi, fosfolipidi per l’appunto. L’attacco dei ROS porta ad una riduzione delle proprietà elastiche di queste membrane
• Proteine. In questo caso non si deve pensare solo ai muscoli, ma anche a sistemi di trasporto, enzimi e proteine di membrana.
Ci sono situazioni in cui è particolarmente utile conoscere il proprio livello di stress ossidativo. L’assunzione della pillola anticoncezionale può correlare ad un maggior livello di stress ossidativo, così come il fumo di sigaretta, l’obesità, l’agonismo sportivo e la cattiva alimentazione.
Ci sono semplici esami di laboratorio in grado di fornire importanti risultati diagnostici al fine di conoscere il proprio livello di stress:
-D-ROMs test
-BAP test
Qualora il sistema REDOX sia sbilanciato verso l’ossidazione il Biologo nutrizionista sarà una delle figure maggiormente efficaci nel riportare il sistema all’equilibrio suggerendo una strategia globale integrata (dieta +integrazione) e suggerendo il coinvolgimento di un laureato in scienze motorie per programmare la giusta dose di allenamento a cui sottoporre il fisico del paziente.
Tra le indicazioni nutrizionali da tenere in forte considerazione ci sono l’eliminazione dei “cibi spazzatura”, costituiti dalle proposte dei fast food, alimenti fortemente processati e ricchi di materie prime dalle comprovate proprietà nutrizionali dannose; basti pensare all’effetto pro-infiammatorio esercitato dai grassi idrogenati. Queste categorie alimentari hanno molto spesso elevati apporti calorici e basso potere nutrizionale, sono alimenti che a fronte di molte calorie non hanno una quantità corrispondente di micronutrienti come vitamine e antiossidanti, spesso sono anche deficitari di fibre solubili e insolubili, le quali hanno ruoli
importanti per il transito intestinale e per nutrire la popolazione microbica custodita nel nostro tubo digerente (microbiota).
Alimenti come pesce azzurro, ricco di omega 3, cereali integrali, frutta e verdura, ricchi di fibre e polifenoli, cacao amaro e frutta tropicale oleosa (avocado), ricco di acidi grassi utili a mantenere elastiche le nostre membrane cellulari, il melograno, ricco di acido ellagico, questi alimenti non dovrebbero mai mancare dalle nostre tavole, nei menù redatti a scopo di rallentare l’invecchiamento o di miglioramento della performance. Anche la cottura degli alimenti gioca un ruolo strategico nel conservare le sostanze benefiche a scopo antiossidante, ad esempio cuocere eccessivamente i broccoli comporta la riduzione dell’efficacia degli indoli e del sulforano, composti presenti in esso e che ne caratterizzano il suo potere antiossidante. Anche carbonizzare la carne in cottura comporta l’aumento del potenziale cancerogenico della stessa. Gli esempi possono essere davvero molteplici.
Marco Bertini
Sitografia:
- topdoctors.it
- matteopincella.it
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