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THE BLUE ZONES: E’ UNA QUESTIONE DI POLIFENOLI?

articolo a cura di Michela Giommaroni

Laureanda In Scienze dell'Alimentazione e Gastronomia


Esistono delle aree del nostro pianeta definite blue zones, che identificano delle zone geografiche in cui l’aspettativa di vita, registrata negli abitanti di tali località, è superiore rispetto alla media mondiale.

L’identificazione di questi luoghi risale al 2005, quando vennero pubblicati in un articolo del National Geographic; il giornalista Dan Buettner, alla ricerca dei luoghi della longevità, cerchiò in blu sulla mappa queste 5 località:

- Okinawa in Giappone

- Loma Linda in California

- Ikaria in Grecia

- Nycoia in Costa Rica

- Ogliastra in Sardegna

Questi paesi possono annoverare la percentuale più alta al mondo di centenari; i ricercatori si sono chiesti quindi quale fosse il denominatore comune dei fattori della longevità, tra gli abitanti di questi paesi che vivono in territori così distanti tra loro.

Oltre ad essere aree relativamente isolate dai paesi limitrofi, sono state individuate 9 abitudini e stili di vita, detti power9, che accomunerebbero tali soggetti:

POWER9

• muoviti naturalmente

• trova il tuo scopo

• rallenta il ritmo quotidiano

• smetti di mangiare quando sei sazio al 80%

• prediligi le piante

• vino alle 5

• abbi fede

• la famiglia prima di tutto

• scegli le persone giuste


Lo stile di vita, secondo il Danish Twin Study, condizionerebbe infatti per l’80% la durata di vita media di una persona, mentre solo il 20% sarebbe da attribuirsi a fattori genetici.

Un ulteriore studio ha approfondito quali fossero le abitudini alimentari e i tratti distintivi nella pensiola di Nycoia e in Ogliastra, basandosi su un campione di soggetti tra 80 e 109 anni. L’indagine condotta ha riportato che i cereali erano l’alimento più presente nei pasti, le patate bollite erano inoltre un alimento consumato in abbondanza ed in generale la dieta alimentare si basava in prevalenza su prodotti di origine vegetale. La carne veniva tuttavia consumata dalla metà degli individui 3-5 volte a settimana, ma per la maggior parte si trattava di carne di maiale proveniente da allevamenti locali. Si sostiene infatti che il consumo di carne, sopra al 65° anno di età, possa contribuire al mantenimento della massa muscolare e quindi incidere sul mantenimento dello stato di salute nei soggetti più anziani.

Anche i latticini e i loro derivati venivano consumati con regolarità; in Ogliastra questo latte era soprattutto di tipo ovino o caprino, con proprietà nutrizionali e peptidi bioattivi superiori rispetto a quello bovino. Il consumo di dolci si è dimostrato molto scarso ( 1-2 volte al mese) mentre il caffè veniva bevuto ogni giorno.


“Fa che il cibo sia la tua medicina e che la medicina il tuo cibo”. Già Ippocrate nel 400 circa a.C., aveva intuito l’importanza dell’alimentazione quale caposaldo per mantenersi in salute; oggi vi sono molte prove scientifiche a supporto dell’associazione tra un corretto regime alimentare e la riduzione del rischio di sviluppare malattie croniche non trasmissibili, aumentando così l’aspettativa di vita.


La dieta mediterranea, patrimonio dell’Unesco, è stata annoverata tra i regimi alimentari con il più alto grado di protezione dalle malattie legate all’età; questi benefici sarebbero da attribuirsi al basso consumo di carne lavorata e ad un’assunzione di alimenti ad alto contenuto in anti-ossidanti, presenti in particolar modo negli alimenti vegetali. Gli anti-ossidanti sarebbero infatti implicati nel contrastare i processi legati all’invecchiamento, all’infiammazione e allo stress ossidativo.


L’alimentazione degli abitanti delle blue zones, si è dimostrata, in effetti, essere caratterizzata da un’abbondanza di cibi vegetali ricchi in anti-ossidanti tra cui i polifenoli, che agirebbero da alimenti definiti nutraceutici - ovvero con effetto terapeutico - che possono influenzare positivamente lo stato di salute, principalmente nella prevenzione delle sindromi legate alla senescenza. Il regime alimentare a base di polifenoli, con capacità anti-invecchiamento, potrebbe quindi spiegare la longevità degli abitanti delle blue zones.

Questi composti polifenolici, sono delle particolari classi di molecole ritenute dagli scienziati i più potenti anti-ossidanti naturali. Verdure fresche ed in particolare verdure a foglie verde scuro, frutta, quale ad esempio mele, uva, bacche, pere e ciliegie ma anche il cacao, il tè, il vino rosso e il caffè, sono tutti un’ottima fonte di polifenoli.

I polifenoli contribuiscono anche all’aroma e al colore degli alimenti, ecco quindi la loro presenza anche nelle more, mirtilli, fragole e lamponi.

Tra gli alimenti con effetto anti-ossidante il titolo di super-frutto è da attribuirsi ai mirtilli, ma in generale alla più ampia categoria dei frutti di bosco.

E’ stato stimato che il 90-95% circa dei polifenoli assunti con l’alimentazione, bypassi l’assorbimento a livello dell’intestino tenue e si accumuli nell’intestino crasso; in questa sede, l’utilizzo delle sostanze polifenoliche da parte del microbiota intestinale, determinerebbe il sostenimento dei percorsi metabolici utili nella prevenzione dell’invecchiamento cellulare. Oltre al loro effetto diretto, i polifenoli sarebbero anche in

grado di potenziare i naturali sistemi di difesa dell’organismo con conseguente riduzione dello stress ossidativo legato all’invecchiamento dei tessuti.


Secondo due teorie scientifiche, questi processi sono da ricondursi principalmente agli effetti sui telomeri (piccole porzioni di DNA poste alle estremità dei cromosomi, che proteggono il DNA nella divisione cellulare) e sul DNA mitocondriale (i mitocondri sono le centrali energetiche delle nostre cellule). I polifenoli agirebbero pertanto riducendo il processo di accorciamento dei telomeri, che si verifica normalmente con l’avanzare

dell’età, mentre l’intervento sui mitocondri sarebbe quello di promuovere la loro sintesi e di aumentare l’efficienza di degradazione di quelli danneggiati.


Sostenere uno stile alimentare orientato a quello delle blue zones, mediante l’assunzione regolare di alimenti polifenolici, così come prevedono le raccomandazioni sul consumo di almeno 5 porzioni di frutta e verdura al giorno, favorire un introito calorico non eccessivo, mantenere momenti di digiuno, potrebbe migliorare la salute metabolica e contribuire a ridurre l’invecchiamento cellulare.


MICHELA GIOMMARONI


BIBLIOGRAFIA

1. Buettner D, Skemp S. Blue Zones: Lessons From the World's Longest Lived. Am J Lifestyle

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