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Alimenti funzionali e peptidi bioattivi

articolo a cura di Rachele Monti

Laureanda In Scienze dell'Alimentazione e Gastronomia


Parlando di alimenti funzionali, questo termine inizialmente venne introdotto in Giappone nel 1988 quando Otsuka Pharmaceutical lanciò in commercio il Fibe Mine, un soft drink arricchito di fibra. I giapponesi, già negli anni ’80, a seguito dell’aumento dei costi sanitari e dell’incremento dell’aspettativa di vita della popolazione, vollero innanzitutto migliorare le abitudini alimentari quotidiane e la qualità della vita stessa.

Introdussero così nuovi alimenti specificamente sviluppati per favore la salute e ridurre il rischio di malattie. Nacquero così gli alimenti funzionali, in grado appunto di influire positivamente su alcune funzioni fisiologiche preservando o migliorando lo stato di salute e ridurre quindi l’insorgenza di malattie cardiovascolari. Successivamente nel 1991 sempre in Giappone venne coniato il termine FOSHU con il quale si indicano gli alimenti funzionali approvati dal Ministero della Salute giapponese. In alcuni alimenti tale componente è presente naturalmente, per altri invece la componente funzionale può essere addizionata

all’alimento; somministrata come supplemento ( in aggiunta alla dieta, e non come un sostituto, come vitamine, Sali minerali, estratti vegetali, aminoacidi o loro derivati).


Le componenti attive si dividono in:

  • Vitamine (C, D, E, gruppo B)

  • Minerali (calcio, selenio, zinco);

  • Probiotici (lattobacilli, bifido batteri);

  • Prebiotici (frutto oligosaccaridi, inulina)

  • Fibra (solubile, insolubile)

  • Olio di pesce o acidi grassi omega 3

  • Polifenoli, fitoestrogeni, flavonoidi, carotenoidi

  • Grassi (PUFA, saturi)

  • Estratti vegetali

Questi studi recenti hanno dimostrato che alcuni peptidi contenuti all’interno della sequenza primaria delle proteine e rilasciati in seguito ad idrolisi enzimatica durante la produzione degli alimenti o durante la

digestione possono esercitare funzioni biologiche e quindi essere attivi fisiologicamente.


Le fonti di peptidi bioattivi possono essere sia di origine animale come latte e derivati e uova, carne, pesce

ed insetti oppure origine vegetale come soia, grano, mais, orzo, riso e patate ed anche olio di oliva, frutta

secca, aglio e cioccolato. Ma il maggior numero di peptidi bioattivi sono ottenuti dalle proteine del latte e

dei suoi derivati, soprattutto alle caseine α, β, κ. I peptidi bioattivi sono definiti come un alimento

funzionale ossia << un alimento può essere considerato funzionale se dimostra in maniera soddisfacente di

avere effetti positivi e mirati su una o più funzioni specifiche dell’organismo .... In modo tale che sia rilevante per il miglioramento dello stato di salute e di benessere .... Gli alimenti funzionali non sono compresse, ne capsule, ma alimenti che formano parte di un regime alimentare normale >> (‘’Scientific Concepts of Functional Food in Europe, Consensus Document’’, Br J Nutr, 1999 ) Con tale documento è stato stabilito che gli alimenti funzionali possono essere accompagnati da un messaggio salutistico, appunto, definito <<claim>> in etichetta , sottoposto ad uno scrupoloso controllo di valutazione scientifica di validità da EFSA in Italia evitando così una pubblicità ingannevole per il consumatore.


Un alimento per poter essere definito funzionale deve dimostrare, appunto, la sicurezza e la base scientifica dell’effetto salutistico; l’aspetto, l’odore, il sapore devono essere simili agli alimento tradizionali e non dovrà

presentarsi sotto forma di farmaco ma di alimento. Sono stati effettuati studi sulla funzione dei peptidi

bioattivi una volta immessi nel nostro corpo ed autorizzati ad essere definiti tali proprio grazie alla presenza

di un comitato scientifico, a differenza di altre sostanze invece respinte e non adatte per la prevenzione di

malattie cardiovascolari.


LATTE

Il latte può essere considerato come il maggior esponente degli ‘’alimenti funzionali’’ e costituisce la materia prima per la produzione di prodotti caseari derivati come yogurt e latte fermentato. Il latte è una dispersione acquosa di numerose sostanze. La parte proteica è determinata da caseina (80% delle proteine totali, dove la loro presenza nel latte permette di avere un’alta concentrazione proteica senza però aumentarne la sua viscosità permettendo così di fornire al lattante calcio e fosfati senza la formazione di precipitati insolubili.) e proteine del siero; la parte lipidica da trigliceridi e fosfolipidi; la zuccherina da lattosio e poi riscontrare vitamine del gruppo B (B1;B2;B6) ; vit A – D – E oltre a calcio e fosforo.

Rappresenta una fonte naturale di una varietà di composti benefici e biologicamente attivi da parte dei peptidi del latte da caseina e proteine del siero dimostrando di essere una forte fonte antiossidante. Tali peptidi contengono dai 5 agli 11 amminoacidi idrofobici ed in base agli ammino presenti e alla loro posizione nella catena, influenzano l’attività antiossidante. Ma non solo derivate dal latte animale, anche per quanto riguarda il latte di soia, con la sua fermentazione, sono una forte fonte di peptidi bioattivi. A tal proposito, il latte Kefir presenta proprietà antiossidanti. Non solo, anche da idrolisi delle proteine della soia con proteasi microbiche può portare alla produzione di idrolizzati o biopeptidi. Possono quindi essere considerati come antiossidanti naturalmente presenti nei prodotti alimentari ritardandone così il loro irrancidimento. Un curioso studio dimostra anche le caseine derivate dal latte di yak producono peptidi con caratteristiche antiossidanti, valutando tale prodotto come una sostanza bioattiva a valore aggiunto in alimenti funzionali. E’ stata riscontrata un’associazione positiva tra il consumo di latte e suoi derivati e la

protezione del sistema cardiovascolare attribuita proprio alla frazione proteica della soluzione.

L’ipertensione è un problema di salute molto diffuso. La pressione sanguigna è controllata dal sistema

renina-angiotensina; l’enzima responsabile della conversione dell’angiotensina ACE rappresenta il fulcro di questo sistema. Molti farmaci come Captopril, Lisinorpil o Enalapril vengono utilizzati per trattare

l’ipertensione ma possono avere effetti collaterali tra cui ipotensione, aumento di livelli di potassio, tosse,

disturbi renali e problemi alla pelle. Hanno riscontrato che questi peptidi bioattivi generati dalle proteine

del latte sono fonti naturali di inibizione dell’enzima ACE.

Un prodotto già presente in commercio è Evolus (casa produttrice svizzera Emmi), un latte fermentato contenente Lactobacillus Helveticus LBK-16H che, durante la fermentazione, svolge un’azione proteolitica specifica che libera frammenti di proteine contenenti i lactotripeptidi IPP e VPP ed è proprio grazie

all’attività batterica che la quantità di questi peptidi aumenta nel latte (normalmente sarebbe in quantità inferiore) agendo come ACE-inibitore naturale contro l’ipertensione. Gli stessi ricercatori non sono in grado di dire ancora in che modo i due peptidi agiscono, probabilmente grazie a un meccanismo recettoriale, e se lo fanno in quanto parte integrante di un alimento. Ciò che gli studi hanno dimostrato è che, nell'ambito di stili di vita corretti, l'assunzione di 65ml di prodotto, corrispondenti a 5ml di tripeptidi bioattivi, per 15 giorni, abbassavano i valori pressori massimi e minimi, rispettivamente, in media, di 6,7mmHg e 3,6mmHg.

Apparentemente poco, ma se si pensa che negli ipertesi, una riduzione della pressione di 7mmHg corrisponde a una riduzione del 38% del rischio di ictus, del 16% di infarto e del 21% della mortalità cambia.


Monti Rachele

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