articolo a cura di Margherita Pascariello
Laureanda in Scienze dell'Alimentazione Gastronomia
C’è differenza tra le allergie e le intolleranze alimentari? Nel caso, quali?
Domande a cui si fa sempre fatica a dare una risposta, eppur si tratta di due fenomeni che hanno avuto
origine insieme con l’uomo ma la cui conoscenza si è diffusa particolarmente negli ultimi tempi.
Molte volte i lemmi “intolleranza” ed “allergia” vengono inconsciamente ed inappropriatamente utilizzati
come sinonimi. Si tratta in realtà di un grave errore. Se proviamo ad esaminare le radici dei due termini,
possiamo già percepire che si tratta di due condizioni contraddistinte.
La parola “allergia” deriva dal tedesco “allergie” che tra radice dal greco “allos” che significa “altro”,
“diverso”, ed “ergon”, ovvero “attività” e dunque indica risposta immunitaria condotta contro antigeni.
Il lemma “intolleranza”, invece, deriva dal latino “intolerantia” e proprio come indica la radice latina indica l’incapacità di sopportare alcune sostanze, che possono essere di natura alimentare, farmaceutica, chimica, etc.
Dunque, già a partire dalle proprie etimologie i due fenomeni in questione presentano delle differenze,
anche se in entrambi i casi si tratta di una reazione avversa contro corpi esterni.
Dal punto di vista più strettamente scientifico, invece?
Solitamente, nel nostro immaginario comune, tendiamo ad immaginare le allergie più pericolose delle intolleranze. Ciò, in realtà, presenta dei fondamenti veritieri, in quanto le allergie possono generare delle reazioni violente sino a porre in pericolo la vita dell’uomo, ad esempio nel caso dello shock anafilattico.
La causa consiste nel fatto che le allergie sono dovute a una risposta accentuata del sistema immunitario nei confronti di un antigene.
Innanzitutto per parlare di allergie, bisogna dire che si tratta di un fenomeno molto ampio e che abbraccia
svariati campi. Esistono infatti numerose tipologie di allergie, da quella agli acari alle allergie ai farmaci, da
quella più da contatto a sostanze chimiche ad esempio contenute nella composizione di tessuti a quella agli
alimenti.
Andando ad esaminare quest’ultima più nello specifico, essa si manifesta a seguito di una reazione fra
frammenti dell’alimento allergenico e certi nostri anticorpi, tra cui IgE, le Immunoglobuline E, si libera una
sostanza, l’istamina, che è la principale responsabile dei sintomi caratteristici di tutte le reazioni allergiche.
L’istamina, inoltre è un’importante fattore che regola il sistema di dimagrimento e/o ingrassamento nel
nostro corpo e che incide soprattutto sul corretto funzionamento ormonale. Per fare funzionare la tiroide è
necessario che a livello ipotalamico l'istamina sia ben regolata, e che per recepire un segnale di sazietà
indotto a livello intestinale dai grassi introdotti con gli alimenti, il sistema istaminergico deve funzionare
correttamente.
Questo spiega una serie di interferenze sul peso indotte dalle allergie. Lo squilibrio del sistema
istaminergico è evidente e un eccesso di produzione istaminica (tipico dei fenomeni allergici) potrebbe
alterare la risposta metabolica dell'organismo. Un altro fattore che può condizionare l'aumento di peso è
l'inibizione istaminica indotta dai farmaci. L’uso continuo di antistaminici può ad esempio bloccare il
dimagrimento e spesso provocare invece l'aumento della massa grassa.
Per quanto riguarda le intolleranze, invece, esse sono dovute a una reazione anomala dell'organismo a una
sostanza estranea, ma senza l'intervento da parte del sistema immunitario. La risposta del nostro corpo è
meno invasiva, si manifesta gradualmente ed è proporzionale alla quantità dell'alimento che viene ingerita,
quasi come se l'organismo si "intossicasse". Ciò rappresenta un’altra notevole differenza tra i due
fenomeni. Infatti mentre la reazione alle intolleranze alimentari è strettamente correlata alla quantità di
cibo o sostanze indesiderate che si vanno ad ingerire.
Un'intolleranza alimentare è dunque un malessere scatenato dall'ingestione di particolari cibi non ben accetti dal nostro organismo. Tra i cibi che generano più comunemente questo fenomeno riscontriamo i latte con i suoi derivati, le uova, il grano (quando si parla di intolleranza al grano non si parla di celiachia, ma anche in questo caso si tratta di due fenomeni ben distinti). Possiamo avere intolleranze di tipo enzimatico e dunque in cui il nostro corpo presenta una carenza di un determinato enzima, come, nell’esempio dell’intolleranza al lattosio, la mancanza dell’enzima beta-galattasi, oppure intolleranze che si manifestano più a livello gastrointestinale, causate dalla presenza di additivi o farmaci all’interno dei cibi.
Una causa delle intolleranze può essere di tipo ereditario, ma anche lo stress, alterazione della flora
batterica intestinale o una dieta squilibrata possono influire sullo sviluppo fenomeno.
Mentre nelle allergie la reazione delle istamine ad una sostanza è diretta e repentina, nel caso delle
intolleranze, i sintomi possono anche insorgere col tempo. I sintomi più comuni sono il gonfiore
addominale, diarrea, stipsi, acne, mal di testa, dermatiti, orticaria, alterazioni dell’appetito, ritenzione
idrica, cambiamenti di peso, iperacidità e nei casi più prolungati gastrite e sindrome dell’intestino irritabile.
Ulteriore differenza tra i due casi in questione è rilevata nel momento in cui questi fenomeni si possono
manifestare nella nostra vita. Solitamente le allergie si sviluppano in determinati momenti del ciclo vitale
dell’essere umano, come nella nascita o infanzia oppure durante l’età dello sviluppo nell’adolescenza. Le
intolleranze, invece, possono svilupparsi in qualsiasi momento del nostro ciclo di vita, soprattutto in
momenti di squilibrio psicofisico e di forte stress.
In entrambi i casi, in ogni modo, nel momento in cui si rileva la presenza di sintomatologia, è opportuno
rivolgersi al medico specialista.
Per le allergie occorre farsi visitare da un allergologo il quale sarà in grado di effettuare gli opportuni test
allergici.
Al giorno d’oggi, nonostante le intolleranze siano un fenomeno sempre più crescente, non ne è stata ancora approvata del tutto la propria effettiva validità scientifica. Anche in questo caso esistono dei test sierologici da poter effettuare in laboratorio, da un biologo specializzato in questione, da un medico allergologo oppure in farmacia, in cui si va a scoprire le sostanze responsabili del proprio malessere. Una volta a conoscenza di queste sostanze, occorre eliminare per qualche mese, sotto controllo medico, i cibi
responsabili del disturbo, sostituendoli con altri capaci di soddisfare le esigenze nutrizionali dell'organismo.
Dopo il periodo di astinenza, si può provare a reintrodurre gradualmente questi alimenti nella dieta.
Esiste una cura, invece, per far sì che non si presentino più fenomeni di allergia o intolleranza nei corpi
umani? Purtroppo, nonostante gli avanzamenti degli studi ed i numerosi progressi della ricerca scientifica a
riguardo, non esistono ancora cure effettive. Nella speranza di trovarle in un futuro prossimo, di sicuro
bisogna prestare la massima attenzione nei confronti di sostanze tossiche, ma anche condurre uno stile di
vita sano e ridurre al massimo i ritmi di stress che la società odierna ci impone!
Margherita Pascariello
BIBLIOGRAFIA
- “Manuale di Gastrosofia - approccio multidisciplinare alla felicità alimentare” di Alex Revelli Sorini e
Susanna Cutini. Ali&no editrice, Perugia, 2019
- “Le Allergie - Cause, Diagnosi, Terapie”, Attilio Speciani, Maggio 2008
Sitografia
- https://www.mauriziotommasini.it/test-intolleranze-alimentari/
- https://www.treccani.it/vocabolario/allergia/
- https://www.treccani.it/vocabolario/intolleranza/
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