Articolo a cura di Erica Giacomel
Laureanda in scienze dell'alimentazione e gastronomia
Scoprii la mia intolleranza al lattosio l’anno che mi trasferii a Napoli. Era d’obbligo assaggiare tutti i prodotti
tipici e pian piano mi accorsi che qualche cosa non andava; ogni volta che mi capitava di mangiare i
buonissimi prodotti freschi di caseificio (la mia preferita era la ricotta di bufala fresca) o una buona pizza
napoletana, a metà pasto mi ritrovavo a dover chiedere dove fosse il bagno più vicino perché ero in preda a
crampi nel basso ventre e avevo necessità di evacuare; un incubo! Da lì la necessità di eliminare dalla mia
dieta il lattosio mi fece scoprire quanto poco mi soffermavo a leggere le etichette e che molte persone non
capiscono i disagi o le reazioni poco piacevoli che si possono manifestare anche solo con delle intolleranze.
Come mai si manifesta questo tipo di intolleranza?
Il lattosio è uno zucchero disaccaride, che nasce
dall’unione di due molecole di zuccheri semplici altamente energetici, monosaccaridi, glucosio e il
galattosio, per ciò viene usato anche come dolcificante ed è presente in quasi tutti i suoi derivati. Il nostro corpo non riesce ad assimilare gli zuccheri disaccaridi, e per fare ciò si avvale dell’utilizzo di enzimi (sostanze proteiche specializzate che facilitano le reazioni) in questo caso dell’enzima lattasi, necessario e imputato alla divisione in monosaccaridi del lattosio e si trova nel piccolo intestino.
Questo enzima si forma nel feto ed è molto importante in tutta la fase di svezzamento, dopo di che il nostro
corpo secondo la storia evolutiva genetica, decide che non ne necessita più, e questo avviene solitamente
in seguito a una cessazione o sostanziale riduzione dell’ingestione di prodotti che contengono lo zucchero
imputato. Gli enzimi perciò vengono ridotti e quando andiamo ad ingerire più lattosio di quello che i nostri
enzimi possono scindere, il nostro intestino tratterà il lattosio e come una molecola da eliminare, perché
non assimilabile. Da qui avremo una serie di disturbi diversi da individuo a individuo, sintomi intestinali,
specifici quali cattiva digestione, pesantezza, diarrea, dolore e gonfiore addominale, meteorismo, reazioni
cutanee, con macchie rosse, bolle e pomfi, problemi alle vie respiratorie, orticaria.
DIFFERENZA TRA INTOLLERANZA, ALLERGIA ed INTOSSICAZIONE
Per definire i disturbi legati all’ingestione del cibo sono stati e vengono tutt’ora usati molti termini. Una classificazione proposta dalla European Academy of Allergology and Clinical Immunology, introduce la distinzione tra reazioni tossiche e non tossiche. Le reazioni tossiche, o da avvelenamento, sono causate
dalla presenza di tossine nell’alimento e dipendono esclusivamente dalla quantità di alimento tossico che viene ingerito; un tipico esempio di reazione tossica è l’avvelenamento dovuto all’ingestione di funghi. Le
reazioni non tossiche, invece, dipendono dalla suscettibilità dell’individuo e si suddividono in allergie e
intolleranze.
COSA FARE SE SI SOSPETTA UN’INTOLLERANZA AL LATTOSIO?
Come prima cosa non allarmarsi, è l’intolleranza più diffusa e non è poi così difficile da gestire.
Probabilmente, esiste una predisposizione alle intolleranze trasmessa per via ereditaria, tuttavia possono
contribuire anche altri fattori, come malattie, stress, dieta squilibrata e alterazioni della flora batterica
intestinale. Di fronte a sintomi gastrointestinali bisogna avviare un percorso diagnostico, necessariamente
basato su un’attenta anamnesi, su test diagnostici validati e su una dieta di eliminazione, con conseguente
test di esposizione. Gli esami attendibili sono però pochi, test genetici tramite prelievo e il breath test, nel
quale si assume una dose prestabilita di lattosio e si analizzano i gas espirati dal paziente dopo un certo
periodo di tempo (solitamente 4 ore). La presenza del picco di idrogeno nell’aria espirata è spia di
fermentazione intestinale dello zucchero che non viene assorbito da parte della flora batterica del colon.
Fate attenzione! Cercate di evitare l’esecuzione dei seguenti test, ritenuti inutili e dannosi per supportare
tale diagnosi: il test citotossico o test di Bryan, il test di provocazione e neutralizzazione sublinguale ed
intradermico, la Kinesiologia applicata, il test del riflesso cardio-auricolare, il Pulse test, il test elettrotermico, il Vega test, il Sarmtest, il Biostrenght test e varianti, la Biorisonanza, l’analisi del capello, il
Natrix o Fit 184 Test, l’iridologia, il dosaggio delle IgG sieriche.
In caso di diagnosi di intolleranza al lattosio non è sempre necessario eliminare i prodotti che lo
contengono, dato che la sintomatologia è dose-dipendente: maggiore è la quantità di lattosio ingerita, più evidenti sono i sintomi. A volte è possibile individuare la quantità di lattosio che può essere tollerata senza scatenare sintomi. Se l’intolleranza è lieve possibile controllare i sintomi bevendo il latte durante i pasti, sostituendo i prodotti freschi con quelli fermentati, bevendo latte povero di lattosio. Alcuni formaggi (Parmigiano Reggiano, Grana Padano, emmental, cheddar, edam, pecorino, provolone dolce, fontina, gorgonzola, taleggio) contengono pochissimo lattosio. Se l’intolleranza è grave è importante fare attenzione e leggere accuratamente le etichette degli alimenti: il lattosio, infatti, è utilizzato in molti cibi pronti
È POSSIBILE GUARIRE DALL’INTOLLERANZA AL LATTOSIO?
Non è possibile guarire da questa intolleranza pertanto, può essere ridotta attraverso la graduale
reintroduzione nella dieta dei cibi contenti lattosio, oppure in farmacia e anche online si trova l’enzima
lattasi in pastiglie o in capsule, che assunte prima dei pasti aiutano alla scissione del lattosio che a me fuori
casa salvano da spiacevoli imprevisti e evitano di far sentire chi ha cucinato in colpa. Negli ultimi tempi le
aziende stanno inserendo delle linee lactose-free, senza lattosio, che sono prodotti delattosati semplicemente inserendo l’enzima nei prodotti e lasciato agire, infatti se vi dovesse capitare di assaggiarli vi accorgerete che risulteranno leggermente più dolci.
La cosa sicuramente più efficace è eliminare il lattosio dalla dieta sempre con l’aiuto di un esperto in nutrizione che vi aiuterà a integrare gli aspetti nutrizionali eliminati e a creare una dieta bilanciata. Ricordatevi sempre di contattare un esperto per ogni dubbio o chiarimento!
Erica Giacomel
SITOGRAFIA
http://lactease.com/blog-in-salute/miti-sfatare-larga-dai-test-allergici-alternativi
https://www.humanitas.it/visite-esami/il-test-delle-intolleranze-alimentari
https://www.humanitas.it/malattie/intolleranze-alimentari
https://www.epicentro.iss.it/intolleranze/
https://sip.it/2018/02/06/18921/
https://www.humanitas.it/visite-esami/breath-test-al-lattosio
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