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CONSIGLI PRATICI PER L’ALIMENTAZIONE DELLA DONNA GRAVIDA E CHE ALLATTA


– Accorgimenti alimentari – Prevenzione di infezioni dannose – 7 Consigli pratici per ridurre il pericolo di infezioni



Accorgimenti alimentari

Un amore incondizionato proprio sin dal principio, è quello di una mamma per la sua creatura, forse già nel visualizzare le due linee sul test di gravidanza. Sin dal primo istante una donna si pone tante domande poiché si sente inevitabilmente responsabile del figlio che porta in grembo. Spesso le prime paranoie riguardano proprio ciò che si è fatto in quel primo mese di gravidanza, quello inaspettatamente già passato purtroppo senza alcun accorgimento. Il ginecologo alla prima visita potrà dare senz’altro tutte le risposte ai grandi dubbi riguardanti gli accorgimenti più importanti in gravidanza, l’anamnesi personale, le analisi da eseguire, consigli sull’alimentazione da seguire, sull’attività fisica, ma anche sessuale. Prendendo in esame l’alimentazione pratica di una mamma sin dal principio, le principali regole alimentari riguardano sicuramente la scelta degli alimenti per i quali si deve prestare ancora più attenzione in termini di qualità e quantità; è importante il consumo di almeno 5 pasti al giorno, suddivisi tra colazione, spuntino a metà mattina, pranzo, merenda del pomeriggio e cena, sia per la necessaria energia continua del feto, sia per ridurre le nausee tipiche del primo trimestre della gravidanza (evitare assolutamente digiuni). E’ necessario un apporto maggiore di acqua, sopratutto durante la stagione estiva per soddisfare sia i fabbisogni embrionali, sia del liquido amniotico che della mamma stessa (almeno 2 litri al giorno ). Ribadendo l’importanza di una corretta alimentazione anche per rieducarsi da adulti alla sana alimentazione, ci si può avvicinare in questi periodi a proprie preparazioni culinarie, così da evitare il più possibile anche cibi confezionati ed industriali. I principali accorgimenti alimentari durante la gravidanze e l’allattamento, riguardano alcune assunzioni: – caffè’, the e cola (per il loro alto contenuto in caffeina e teina), poiché un loro eccesso può provocare un’improvvisa contrazione muscolare dell’utero (con minaccia di parto prematuro); sconsigliate se le quantità di caffeina superano l’equivalente di 3 caffè – poco sale, ma iodato – preferire i carboidrati complessi come cereali, pasta, pane e patate e limitare il consumo di bibite zuccherate, succhi di frutta e snack (ricchi di zuccheri semplici); – consumare non più di 2 uova a settimana, ben cotte – prediligere come condimento, l’olio extravergine d’oliva Sono invece fortemente sconsigliati nel loro consumo: – vino, birra, liquori, aperitivi, superalcolici ed alcolici in genere, causa di malformazioni congenite e di basso peso alla nascita, poiché tali sostanze si accumulano nel SN del feto. Inoltre studi dimostrano che l’assunzione quotidiana di alcolici aumenta il rischio di aborto e complicazioni durante il travaglio così come la possibilità di sviluppare nel bambino la sindrome alcolica fetale (FASA), malformazioni cardiache e difficoltà nell’apprendimento. In pratica, è bene assumere massimo 2 bicchieri di vino/birra a settimana, preferibilmente vicino ai pasti, cercando di evitarlo il più possibile nel I trimestre.


Prevenzione di infezioni dannose Alcune infezioni dannose per il bambino inoltre, possono essere prevenute con una corretta igiene alimentare, prestando attenzione al consumo di alcuni cibi ed eseguendo piccoli accorgimenti:

TOXOPLASMOSI → verranno prescritte regolarmente analisi del sangue (Toxo-test) per monitorare l’immunità o l’eventuale presenza di tale infezione poiché può esser trasmessa dalla donna al feto e causare malformazioni a carico del sistema nervoso centrale, dell’occhio, dell’orecchio, del fegato, della milza e del sangue del bambino. Il contagio può avvenire cibandosi delle carni di animali infetti, oppure venendo a contatto con materiale contaminato dalle feci di gatto infetto. La donna in gravidanza dovrà quindi far attenzione a consumare la carne solo con una buona cottura, evitando carni crude, poco cotte ed affettati come il salame o la bresaola; si potrà mangiare prosciutto cotto, mortadella, affettati di pollo o tacchino e prosciutto crudo solo se stagionato da oltre 12 mesi. E’ preferibile inoltre consumare verdure cotte e frutta sbucciata o comunque lavarle accuratamente se consumate fresche, avendo cura di utilizzare un disinfettante come amuchina o bicarbonato, per privarli di eventuali residui del terreno; quindi poi sciacquarle, asciugarle e consumarle. E’ importante inoltre lavare le proprie mani dopo aver toccato possibili alimenti contaminati, ma anche la terra ed i gatti. La toxoplasmosi risulta essere contratta dalla metà della popolazione almeno una volta nella vita e quindi ne risulta immune; i casi di tale infezione in gravidanza si aggirano intorno all’1%.

LISTERIOSI → tale infezione può verificarsi nella trasmissione al feto nel 3° trimestre di gravidanza causando aborti; viene trasmessa all’uomo venendo in contatto con animali infetti o con l’ingestione di alimenti infetti (carne, pesce e latticini) o contaminati da animali infetti (acqua e vegetali crudi). E’ necessario in gravidanza pertanto, consumare latte e prodotti derivati pastorizzati, evitare formaggi a crosta molle come brie o taleggio, o erborinati come gorgonzola, nonché lavare accuratamente gli alimenti come prima descritto, cuocerli adeguatamente e conservarli evitando possibili contaminazioni crociate. A differenza dei toxoplasmi, i patogeni della listeriosi non muoiono durante il congelamento, ma solo con cotture ad alte temperature. L’infezione da listeria è comunque di tipo batterico e pertanto non esiste alcun tipo di immunità contro infezioni batteriche, anche nel caso possa già esser stata contratta.

SALMONELLOSI → animali, loro derivati (carne, uova o latte) ed acque contaminate possono essere veicolo di tale patologia che può compromettere lo sviluppo fetale o nei casi più gravi nascita prematura o addirittura morte intrauterina. In genere le accortezze nei consumi per evitare questa trasmissione, riguardano il consumo di prodotti a base di uova crude (salse, maionese, crema, zabaione, tiramisù, etc.) o non conservate sufficientemente al fresco. Sono infatti le uova, e poi la carne di pollo (congelata), le fonti più diffuse di salmonella. Per prevenirla, quindi oltre ad evitare consumi di questi alimenti crudi o poco cotti, è bene assicurarsi cotture oltre i 70° (il microonde non è sufficiente) ed evitare le contaminazioni crociate tra cibi cotti e crudi.


7 Consigli pratici per ridurre il pericolo di infezioni

Le infezioni da poco descritte, ma non solo, possono quindi essere prevenute con questi pratici consigli:

  1. Consumare alimenti di origine animale solo sufficientemente cotti e mai crudi (carne, pesce, frutti di mare, uova, ecc…), evitare quindi anche latte crudo e relativi derivati (eccetto i formaggi a pasta dura ed extra dura), formaggio a pasta molle o semidura prodotto con latte pastorizzato, feta, formaggio erborinato come ad esempio il gorgonzola; evitare carne cruda (carpaccio, bistecca a cottura media o al sangue, salsicce crude, salame e prosciutto crudo); evitare pesce crudo (sushi) e frutti di mare crudie; vitare pesce affumicato, come salmone o trota; evitare alimenti contenenti uova crude (es. tiramisù)

  2. Leggere le etichette e quindi le istruzioni di conservazione e la data di scadenza

  3. Conservare i prodotti freschi in frigorifero alla giusta temperatura

  4. Lavare accuratamente verdura, insalata, erbe e frutta

  5. Separare gli alimenti crudi da quelli sporchi di terra

  6. Utilizzare utensili da cucina differenziati per i vari cibi e pulire accuratamente tutto ciò che viene in contatto con tali alimenti (taglieri, coltelli, superfici di lavoro, ecc…)

  7. Lavare spesso le mani, soprattutto prima di mangiare, ma anche dopo il contatto con alimenti crudi o animali




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