articolo a cura di Benedetta Staffulani
Laureanda in Scienze dell'Alimentazione e Gastronomia
Il concetto di “dieta sostenibile” è costituito da un’insieme di fattori nutrizionali, economici, ambientali, sociali e culturali che riguardano l’intera catena di approvvigionamento, nella quale agricoltori e consumatori rappresentano soltanto due tessere del puzzle.
Con il termine dieta sostenibile, più precisamente definita dalla commissione di esperti “Planetary health diet”, si vuole evidenziare il ruolo che svolge l’alimentazione come collegamento tra lo stato di salute e la sostenibilità ambientale, due concetti che si devono integrare al fine di trasformare il sistema agroalimentare.
Una dieta sostenibile è quindi un modello alimentare a basso impatto ambientale.
Quando si parla d’impatto ambientale delle produzioni alimentari si deve tenere in considerazione tutto il ciclo di vita: dalla coltivazione, alla raccolta, alla trasformazione, all’imballaggio, fino allo smaltimento finale del prodotto. Nel dettaglio, si parla di analisi del ciclo di vita.
Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) «le diete sostenibili sono diete a basso impatto ambientale che contribuiscono alla sicurezza alimentare e nutrizionale nonché a una vita sana per le generazioni presenti e future. Le diete sostenibili concorrono alla protezione e al rispetto della biodiversità e degli ecosistemi, sono culturalmente accettabili, economicamente eque e accessibili, adeguate, sicure e sane sotto il profilo nutrizionale e, contemporaneamente, ottimizzano le risorse naturali e umane». La produzione di alimenti e i modelli di consumo hanno un enorme impatto non solo su salute e ambiente, ma anche sul sistema socioeconomico nel suo complesso. È per questo che le diete sostenibili rappresentano una base solida per un’economia sana che le istituzioni europee e gli Stati membri dovrebbero impegnarsi a raggiungere attraverso una strategia paneuropea. La Fondazione Barilla Center for Food &
Nutrition (BCFN) vuole dare il proprio contributo a questa possibile strategia, fornendo un modello ottimale per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità: la Doppia Piramide alimentare e ambientale, un
pilastro su cui poggiare un’economia più verde e più sana in Europa.
La Fondazione BCFN ha creato la Doppia Piramide alimentare e ambientale come modello per mettere in relazione gli aspetti nutrizionali e l’impatto ambientale degli alimenti. Essa dispone i prodotti alimentari su una piramide tradizionale (alimentare) e una piramide rovesciata
(ambientale). Nella piramide alimentare i prodotti che si trovano alla base andrebbero consumati più frequentemente, mentre andrebbero ridotti sempre di più quelli che si incontrano salendo verso il vertice.
Nella piramide ambientale, al contrario, alla base si trovano gli alimenti che hanno un impatto maggiore sull’ambiente.
Il modello della Doppia -Piramide suggerisce un principio semplice: gli alimenti per i quali è raccomandato un consumo maggiore, poiché salutari per l’uomo, hanno anche un minore impatto sull’ambiente. La salute umana e la protezione dell’ambiente sono due facce della stessa medaglia che trovano risposta in un semplice modello alimentare sostenibile: la dieta mediterranea.
Salute dell’ambiente
Il rapporto con l’ambiente è una delle determinanti fondamentali dello stato di salute della popolazione umana. Dalla città inquinata alla foresta incontaminata, la relazione tra l’individuo e diversi fattori
ambientali può risultare in diversi stati di benessere o di malattia. Questi contribuiscono all’emissione di CO2 nell’atmosfera. Qualsiasi cibo ha un impatto ambientale, ma saper valutare l’intero processo produttivo
di ciascuno vuol dire essere in grado di stabilire una generica dieta green. Il processo produttivo alimentare è piuttosto complesso poiché è una valutazione sull’intero percorso, dal campo alla tavola.
Perché scegliere una dieta sostenibile?
La dieta green è molto più vicina a noi rispetto a quanto si possa immaginare. Si basa sulla dieta Mediterranea, sulla diversità e sui prodotti locali, già compresi nelle nostre tradizioni secolari. Ci ricorda che dobbiamo limitare, se non eliminare, i prodotti industrializzati, confezionati, fuori stagione e provenienti dall’altra parte del mondo. La dieta sostenibile punta da una parte a ridurre a zero gli eccessi alimentari, vista la problematica dell’obesità, e dall’altra a limitare al massimo gli sprechi, visto la criticità della malnutrizione per difetto mondiale.
Alcuni consigli utili per ridurre gli sprechi anche a casa:
• Acquista ciò che ti serve realmente
• Al supermercato acquista i prodotti più vicini alla scadenza, soprattutto se sai di consumarli nel breve periodo.
• Non buttare via gli avanzi di un pasto
• In dispensa, disponi i prodotti con data di scadenza prossima davanti, rispetto a quelli con la data più lontana.
• Congela gli alimenti che ti avanzano
• Controlla al supermercato se ci sono prodotti in offerta con scadenza ravvicinata.
• Ricordati che la dicitura in etichetta “da consumarsi preferibilmente entro” non è una data di scadenza. Il prodotto è ancora sicuro per la salute, ma alcune caratteristiche organolettiche possono perdersi dopo quella data.
• Disponi correttamente gli alimenti nel frigorifero.
• Quando finisci un prodotto, fai attenzione al tipo di confezione e segui le regole per la corretta raccolta differenziata. Acquista i prodotti con confezioni riciclabili.
• Non comprare troppo cibo, soprattutto fresco, se non sei sicuro di consumarlo tutto
Benedetta Staffulani
Fonti:
https://smartfood.ieo.it
https://www.barillacfn.com
https://www.biopills.net
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