articolo a cura di Antonio Ritrovato
Laureando In Scienze dell'Alimentazione e Gastronomia
Negli ultimi anni vari lavori scientifici hanno messo in evidenza come lo stile di vita (inteso come abitudini quotidiane, ambiente in cui si vive, alimentazione, attività fisica) è strettamente correlato allo stato
infiammatorio del nostro organismo, che nel tempo può scatenare diverse problematiche.
Oggi sappiamo che l’alimentazione è profondamente legata al nostro stato di salute, e che la maggior parte delle malattie diffuse nel mondo occidentale sono legate proprio alla cattiva alimentazione e alla sedentarietà. Ecco allora che fare delle scelte alimentari salutari può essere importante non solo in presenza di un problema di salute o di un sovrappeso, ma anche per prevenire patologie che possono insorgere più avanti negli anni. Negli ultimi decenni le nostre abitudini alimentari sono cambiate tantissimo, abbiamo raggiunto un benessere economico che ci ha permesso di avere più risorse a disposizione, di sviluppare tecnologie più avanzate e produrre alimenti più sofisticati ed elaborati, è aumentata la produzione di cibi confezionati, precotti, veloci da preparare, ed è aumentato tantissimo anche il numero di pasti consumati fuori casa. Spesso però questi pasti, per quanto comodi e saporiti, sono molto ricchi di calorie e allo stesso tempo poco sazianti, sono poveri da un punto di vista nutrizionale perché meno ricchi di fibre, vitamine e sali minerali. Proprio per questo oggi il tasso di obesità e la frequenza di malattie metaboliche le cosiddette “malattie del benessere” è in costante aumento, soprattutto
nei bambini. Le buone abitudini alimentari c'è da fare questa precisazione che si costruiscono nella sfera familiare, i genitori, per primi, devono cercare di dare il buon esempio e cercare il più possibile di seguire l’alimentazione dei figli da vicino, inoltre, una sana alimentazione variata e vitale, deve sempre essere associata ad uno stile di vita attivo. Quindi è molto importante l'educazione che viene impartita ai figli ad un uso moderato di televisione come ad esempio che non bisogna mangiare davanti alla televisione, cellulari, tablet; Quotidianamente sentiamo parlare di un argomento fortemente dibattuto che ha coinvolto tante persone quello della dieta soprattutto in questo periodo dell’anno, e le motivazioni per cui si decide di sottoporvisi sono le più varie.
1. Le scelte migliori da fare per uno stile di vita corretto
Bisognerebbe cercare di correggere la propria alimentazione, non mangiando “poco” ma piuttosto mangiando “bene”, perché se è ovvio che l’eccesso fa male è anche vero che il nostro corpo starà bene e in salute solo se avrà tutti i nutrienti giusti per lavorare al meglio. Dovremmo evitare di fare pochi pasti molto ricchi (ad esempio saltare la colazione e mangiare poco a pranzo, concedendosi invece una cena troppo ricca), ma piuttosto cercare di mangiare a intervalli regolari con pasti equilibrati. È consigliato il consumo di prodotti freschi limitando i prodotti confezionati: i prodotti freschi sono ricchi di macronutrienti, ma anche di acqua, sali minerali, vitamine, fibre; Da limitare è il consumo di snack e bibite, che sono ricche di zuccheri e grassi e poveri di tutto il resto.
Una buona abitudine è quella di aumentare il consumo di pesce, di carni bianche, di legumi, e ridurre invece il consumo di carne rossa, cibi grassi, ma anche di formaggi e affettati, troppo spesso presenti molto frequentemente nei nostri pasti perché comodi e veloci da preparare. Cerchiamo di variare il tipo di cereali che mangiamo (pasta, riso, farro, orzo, e altri), limitando invece i prodotti da forno o confezionati (come cracker, schiacciate, patatine). Di fondamentale importanza è Bere abbondantemente, perché spesso dimentichiamo che il nostro corpo è fatto al 65-70% di acqua, e uno stato di disidratazione può avere effetti nocivi sul nostro organismo,
influenzando il nostro benessere, la concentrazione, la digestione, l’attività muscolare. Non
dimentichiamo poi che ognuno di noi è diverso e ha una sua storia, dei gusti e un corpo diverso;
non esiste quindi un’alimentazione unica giusta per chiunque, ma ogni persona dovrà trovare un
suo equilibrio e la strada giusta che possa permettergli di star bene nel corpo e nella mente. L’atto
di nutrirsi è essenziale per la nostra permanenza in vita, in generale per la sopravvivenza di tutti gli
esseri viventi sulla Terra. Quest'atto, in apparenza meramente fisiologico e materiale, è anche
carico di significati culturali, sociali e simbolici. L’alimentazione difatti è un fatto culturale e
sociale; ogni cultura regola l'alimentazione dettando una serie di norme più o meno esplicite e
rigide che fissano cibi commestibili e cibi considerati ripugnanti o vietati, ma anche i modi di
preparazione, tempi e luoghi, contesti e persone con cui il cibo può o deve esser consumato. Ogni
sistema d'alimentazione prevede al suo interno una precisa articolazione e disposizione degli
alimenti, delle tecniche di preparazione e di cottura, di presentazione a tavola, secondo norme
condivise dal gruppo sociale di riferimento. Gli alimenti sono raggruppati a seconda delle proprietà
estrinseche o intrinseche, secondo gerarchie di preferenza e di desiderabilità ben precise, nelle quali
concorrono anche colore, gusto (acido, amaro, dolce, salato, umami), peso, stato (liquido o solido),
proprietà nutritive.
2. Cosa si intende per Fame
Con “fame” si intende la sensazione di bisogno del cibo che si origina in maniera indipendente
dalla nostra volontà, rispondendo ad uno stimolo fisiologico; con “’appetito” invece un impulso a nutrirsi
per soddisfare un piacere o uno stato emotivo. La fame è la risultante tra l’interazione di numerose famiglie di fattori bioumorali. I fattori bioumorali coinvolti sono tantissimi, con funzioni disparate e differenti cicli vitali in condizioni normali, il nostro corpo è sotto l’effetto di alcune molecole che mantengono sempre “accesa” la spia della fame nel nostro quadro di comandi centrale, in modo da spingerci ad una continua ricerca di cibo. Una volta soddisfatto il bisogno, i mediatori anoressigeni lo “nascondono” fino al momento in cui non vi sarà di nuovo una necessità calorico-energetica. Non è quindi la fame a comparire quando serve
nutrirsi, quanto piuttosto essa viene nascosta da efficienti sistemi endocrini nei momenti successivi ai pasti, a rifornimenti effettuati.
Che differenza c’è tra “mangiare” e “nutrirsi”?
“Mangiare” significa assumere cibo per placare lo stimolo della fame. Uno dei problemi dei nostri giorni, a livello nutrizionale, è proprio il fatto che tendiamo a mangiare non più semplicemente per soddisfare il senso della fame, ma spesso e volentieri lo facciamo per golosità nei momenti più vari della giornata, per passare il tempo, magari davanti a un film, durante lo studio, o ancora nei locali serali, trovando nell’atto di mangiare un’ottima scusa per creare l’occasione di socializzare.
Mangiare è un atto edonistico, l’Uomo trae piacere dal cibo ma spesso ne abusa, cercando in esso sfoghi o consolazioni. E’ a questo punto che subentra l’importanza del termine “nutrirsi”.
“Nutrirsi” significa fornire al nostro organismo le sostanze di cui ha bisogno, nelle giuste quantità e proporzioni, per funzionare in maniera corretta.
Nutrirsi vuol dire scegliere di mettere più benessere a tavola che significa anche avere a disposizione più energie, sentirsi più leggeri ma più forti, godere di un sonno di migliore qualità, di una digestione ottimale e di una motilità intestinale regolare.
Mangiare bene sta come significato di scegliere correttamente le tipologie di alimenti, in funzione del loro apporto calorico e della loro composizione, e mantenere un’alimentazione varia ed equilibrata. Questo è possibile se si consumano diverse tipologie di alimenti, come frutta e verdura, pasta, pane, riso, biscotti, patate, olio e grassi, latte, yogurt e formaggi ma anche carne, pesce, salumi, uova, legumi e dolci, in quantità e frequenza (giornaliera o settimanale) adeguata.
Antonio Ritrovato
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