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Effetto alone salutista (Health Halo Effect)

articolo a cura di Gabriele Lazzari

Laureando In Scienze dell'Alimentazione e Gastronomia


I bias sono gli “errori” sistematici della nostra mente. Ovvero dei comportamenti naturali e automatici che ci inducono facilmente all’errore, come le illusioni ottiche. In psicologia l’effetto alone è un noto bias cognitivo che spiega come il tratto di una persona influenzi inconsciamente il giudizio su altri suoi tratti. Recentemente questo concetto, noto come “effetto alone salutista” (health halo effect), è stato riportato nell’ambito delle scienze sensoriali e nella psicologia di acquisto dei prodotti alimentari, sfruttato

specificatamente dal marketing come pratica di posizionamento, tenendo a mente che le persone sono guidate principalmente da meccanismi irrazionali durante il processo decisionale d’acquisto. In questa campo d’azione, l’effetto alone salutista, può essere considerato un bias cognitivo che tende ad alterare le percezioni del consumatore sulle caratteristiche salutistiche e qualitative degli alimenti, facendo leva sulle dichiarazioni di salubrità riportate sulle confezioni, aumentando così le probabilità che possano essere acquistati.


Ecco che l’utilizzo dei cosiddetti “health claims” come, “senza zuccheri”, “senza lattosio”, “naturale”, “integrale”, “biologico”, “senza colesterolo”, “no OGM”, “super food”, portano ad alterare le percezioni dell’ignaro consumatore sul prodotto, associandolo a proprietà positive e preferirlo alla controparte priva delle stesse dichiarazioni. In questo modo il consumatore trae delle conclusioni automatiche sulla salubrità di un prodotto, ad esempio giudicandolo più povero di calorie e grassi, più ricco di fibre, o più gustoso, rendendo meno probabile che legga i valori nutrizionali durante l’acquisto per valutare oggettivamente alcune sue caratteristiche. Ovvero, le persone associano in maniera automatica un “health claim” associandolo al prodotto con migliori caratteristiche nutrizionali, a partire dal minor contenuto di calorie o grassi, il maggior contenuto di fibre o di macronutrienti, fino ad alterare le percezioni sensoriali come il gusto.


Se tutto questo viene considerato nell’ottica della nostra società che relega il il cibo e l’alimentazione ad una mera necessità fisica, a scapito della sfera del piacere e della convivialità, dove sempre meno tempo è dedicato alla scelta, alla preparazione del cibo e alla cucina (intesa come rapporto intimo con gli alimenti in quanto tali), allora è chiaro che l’effetto alone salutista diventa una leva fondamentale nella propensione all’acquisto sfruttato dall’industria alimentare moderna. Il discorso va inquadrato inoltre nell’ottica di una concezione moderna di etica gastronomica, dove ciò che è giusto mangiare non è ciò che ci provoca piacere o benessere sensoriale, ma ciò che è sano o quantomeno apporta benefici salutari.


Un esempio calzante dell’impatto dell’effetto alone salutista sul consumatore medio è il caso del biologico. Uno studio in particolare dell’American Institute for Cancer Research (AICR)del 2013 ha dimostrato come, a parità di ingredienti e modalità di produzione, la semplice dicitura “biologico” posta su una confezione di biscotti potesse indurre i consumatori a pensare che fossero meno calorici e più sani rispetto a quelli che non presentavano nessuno claim nutrizionale. Inoltre i biscotti biologici sono stati valutati come più nutrienti nel loro complesso spingendo gli acquirenti a pagare quasi il 25% in più per il loro acquisto.


Come vengono tutelati i consumatori dalla legislazione Europea?

I claims sono solitamente messi in evidenza nella parte frontale della confezione e quindi tendono ad avere un maggiore impatto visivo rispetto alle dichiarazioni nutrizionali del prodotto poste al contrario nella parte

posteriore.

La principale forma di tutela del consumatore è espressa dal Regolamento UE 1169/2001 “relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti e sui consumatori”. La questione è ambivalente. Da una parte sussiste l’obbligatorietà della dichiarazione nutrizionale in etichetta che deve essere ispirata dal principio di lealtà in quanto chiara, precisa, comprensibile al punto tale da non indurre all’errore il consumatore finale e permettergli scelte consapevoli. Dall’altra si cerca di arginare (senza purtroppo la possibilità di vietare) l’uso indiscriminato di claims nutrizionali e salutistici che non siano stati preventivamente approvati attraverso richiesta specifica e che attribuiscano determinate peculiarità al prodotto che siano in realtà comuni

anche ad altri alimenti analoghi.


Considerando l’impossibilità pratica di vietare e di perseguire tutte le violazioni in essere e il fatto che da tempo il mercato usi tali indicazioni reclamizzanti il legislatore UE ha preferito:

1. Chiarire con una norma le tipologie utilizzabili;

2. Condizionare l’uso requisiti di veridicità;

3. Stabilire criteri e procedure per valutare tale veridicità;

4. Fissare parametri chiari e uguali per tutti;


Per questo motivo è stato adottato il Reg CE 1924/2006 relativo alle indicazioni nutrizionali sulla salute, partendo dal presupposto che se la materia fosse lasciata agli ordinamenti nazionali, le troppe differenze

avrebbero potuto impedire la libera circolazione degli alimenti.


L’autorizzazione della commissione può essere ottenuta se si conclude positivamente una complessa procedura:

a) Istanza di un operatore interessato ad utilizzare il claim;

b) L’operatore deve produrre un dossier tecnico-scientifico comprovante gli effetti benefici dichiarati;

c) L’EFSA (Ente Europeo per la Sicurezza Alimentare) deve verificare che l’indicazione sulla salute sia basata su prove scientifiche e soddisfi i criteri stabiliti dal regolamento e deve al termine dare un parere. Se é favorevole deve proporre la formulazione del claim;

d) Il parere viene trasmesso alla commissione e agli stati membri;

e) La commissione deve entro 2 mesi avviare la procedura per l’adozione;

f) Una volta autorizzata, un’indicazione può essere utilizzata da qualsiasi operatore del settore purché sia in grado di rispettarne le condizioni di impiego.


Non é consentito utilizzare in etichetta o nella pubblicità, come strumento di marketing, riferimenti generici a non meglio specificati benefici per la buona salute complessiva o per il benessere da essa derivante, che non siano specifici dell’alimento o di una sostanza in esso contenuta, se tali riferimenti non sono accompagnati, accanto alla stessa o subito dopo, anche da una specifica indicazione sulla salute, autorizzata è inserita in uno degli elenchi.

Vi sono infatti da un lato claims salutistici che non sono stati autorizzati perché l’EFSA ha espresso un parere negativo, avendo ritenuto insufficiente la dimostrazione scientifica degli effetti benefici, dall’altro lato vi sono anche diverse indicazioni sulla salute alle quali é stata negata l’autorizzazione perché l’EFSA le ha giudicate troppo generali o non abbastanza specifiche e che come tali si trovano incluse in un apposito elenco delle indicazioni non autorizzate.


Come è possibile effettuare scelte consapevoli nell’acquisto dei prodotti alimentari?

1. Quando si confrontano gli alimenti in confezione, bisogna leggere l'etichetta nutrizionale per non lasciarsi ingannare dall’effetto alone salutista e non soffermarsi unicamente sugli slogan salutistici in bella

vista

2. E’ sempre meglio riempire il nostro carrello della spesa con cibo naturalmente ricco di nutrienti, come la frutta, la verdura e gli ortaggi, i cereali integrali e i legumi. Alimenti i quali non richiedono l’aggiunta

di vitamine e minerali.

3. Al di la dei claim nutrizionali presenti sulle confezioni evitare di acquistare cibi nocivi e a limitato se non nullo valore nutrizionale (cibi vuoti) come bevande dolci e gassate, succhi di frutta conservati e zuccherati, prodotti confezionati come snack, patatine, dolciumi.

4. Assumere consapevolezza delle proprie scelte anche in relazione alla tipologia di prodotto acquistato, alla sua zona e modalità di produzione, alle sue caratteristiche intrinseche ed estrinseche che ne determinano la natura e la qualità.

5. Riscoprire un rapporto positivo con il cibo, fatto di convivialità, condivisione, esperienza, relazione. Il semplice atto di cucinare potrebbe risultare decisivo nel porre la giusta attenzione a questi aspetti.


Seguendo questi piccoli suggerimenti aumenterà la nostra consapevolezza nell’acquisto che ci permetterà di superare facili etichette e convenzioni imposte dall’industria alimentare e di effettuare una scelta logica e razionale basata sulla qualità oggettiva dei prodotti alimentari che preservi nel lungo termine la nostra salute e il nostro rapporto positivo con il cibo.

Gabriele Lazzari


Sitografia


https://bodycompacademy.it/academy/alimentazione/effetto-alone-di-salubrita-

linganno-delle-dichiarazioni-alimentari/


https://www.taccuinigastrosofici.it/ita/news/contemporanea/marketing-

neuroalimentare/Bugie-e-comunicazione-

gastronomica.html?fbclid=IwAR0wNq7Sri6hxl1FLrfyEvxtPSp-

T17UXLF4Zif7lIjxaBlL3tVjuKdJ4Wg


https://ec.europa.eu/food/sites/food/files/safety/docs/labelling_nutrition-

claims_swd_2020-95_part-1.pdf


https://www.ilmattinodifoggia.it/blog/f--michele-panunzio/37248/bio-e-meglio-

attenzione-alle-trappole-delleffetto-alone.html

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