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Immagine del redattoreErika Arena

Falsi Miti Alimentari

articolo a cura di Sara Gaudio

Dott.ssa in Scienze dell'alimentazione e gastronomia


Le informazioni nel mondo della nutrizione, sono davvero moltissime; spesso però capita che vengano divulgate erronee indicazioni o che addirittura vengano diffusi veri e propri “falsi miti alimentari”.

Vediamo insieme alcuni dei principali:

1) “Lo zucchero di canna è più salutare dello zucchero bianco”

2) “I carboidrati fanno ingrassare e vanno eliminati dalla dieta”

3) “L’ananas brucia i grassi”

4) “la frutta va consumata lontano dai pasti”


Iniziamo con lo sfatare il primo mito alimentare: “Lo zucchero di canna è più salutare dello zucchero bianco”.

Lo zucchero viene estratto dalle piante saccarifere: canna da zucchero e barbabietola da zucchero; in entrambi i casi il prodotto viene sottoposto al processo di raffinazione. La differenza sostanziale tra i due tipi di zucchero sta, oltre che nella dimensione dei granuli, nel fatto che nello zucchero di canna viene aggiunto un componente definito melassa che gli conferisce il caratteristico colore marroncino. Attualmente in commercio possiamo trovare tre varietà di zucchero: lo zucchero bianco, lo zucchero di canna e lo zucchero integrale di canna, all'interno del quale permangono minime quantità di fibre e sali minerali con un valore calorico leggermente inferiore rispetto alle altre due tipologie. Chimicamente, sia lo zucchero bianco che lo zucchero di canna contengono la stessa molecola: il saccarosio che una volta ingerito, ha lo stesso identico effetto nel nostro organismo. Da un punto di vista calorico, essendo il saccarosio un carboidrato, un grammo di zucchero bianco corrisponde a 4 Kcal, le stesse di un grammo di zucchero di canna. In conclusione "lo zucchero di canna ha la stessa struttura e le stesse calorie del normale zucchero bianco. Il suo maggior contenuto di minerali è talmente

scarso da essere irrilevante per la salute del consumatore" – Dr. Giuseppe De Carlo – SIFA (Società Italiana Fitness e Alimentazione).

Perché allora lo zucchero di canna costa di più e ne vengono decantate così tanto le qualità nutrizionali? La risposta è semplice…tutta questione di marketing!


Sfatiamo ora uno dei principali miti alimentari che riguardano i carboidrati: “i carboidrati fanno ingrassare e vanno eliminati dalla dieta”.

Quando ci si affida al “fai da te” e si decide di intraprendere una dieta, il principale macronutriente accusato di favorire l’accumulo di grasso corporeo,

è senza ombra di dubbio il carboidrato! Per capire come questo concetto sia assolutamente errato da un punto di vista nutrizionale, vediamo insieme cosa

sono i carboidrati e soprattutto quali funzioni svolgono all’interno del nostro organismo.

I carboidrati appartengono alla classe dei macronutrienti; un macronutriente è un elemento o composto necessario in quantità relativamente grandi al mantenimento e all’accrescimento dell’organismo. I

glucidi sono la classe di molecole organiche più abbondante in natura; costituiscono i precursori metabolici di quasi tutte le biomolecole e dal loro catabolismo si ottiene l'energia indispensabile a sostenere la vita. Il glucosio, l’unità funzionale dei carboidrati, è il solo nutriente sfruttabile dal nostro cervello per espletare tutte le sue funzioni. Le loro funzioni all'interno del nostro corpo sono diverse: funzione energetica (essendo la principale fonte energetica utilizzata da cellule e tessuti), funzione plastica, essendo i costituenti di acidi nucleici, coenzimi e glicoproteine, funzione regolatrice, permettendo un risparmio di proteine per scopi energetici. I carboidrati Inoltre effettuano un’azione di riserva energetica, attraverso la sintesi di glicogeno,

svolgono un’azione tranquillante ed antidepressiva attraverso la sintesi di serotonina. Da un punto di vista nutrizionale dovrebbero costituire circa il 55- 65% delle kcal totali giornaliere, gli zuccheri semplici non dovrebbero superare il 10-12% delle kcal totali e un grammo di carboidrati fornisce 4 kcal.

Cosa succede al nostro corpo quando li eliminiamo completamente dalla dieta? Nel momento in cui il nostro organismo è carente del suo principale rifornimento energetico, cerca di procurarsi autonomamente il glucosio utilizzando proteine e lipidi. La sintesi di glucosio a partire dal catabolismo proteico e lipidico, se protratta nel tempo, comporta non solo una perdita di massa magra, che si tradurrà in una perdita di muscolo ma anche uno stato di acidosi. I sintomi che potrebbero insorgere in seguito ad un insufficiente apporto di carboidrati sono: senso di stanchezza fisica e mentale, sbalzi di umore, insonnia, mancanza di energia, mal di testa, nervosismo, ridotta concentrazione e senso di stordimento. Il nostro organismo, per ristabilire

l’omeostasi tenterà quindi di contrastare lo stato di acidosi attraverso diversi meccanismi compensatori che porteranno ad un abbassamento delle difese immunitarie, un depauperamento osseo di calcio con maggiore rischio di osteoporosi, un maggiore utilizzo di sali minerali (ferro, magnesio, potassio, rame e sodio), problemi al livello articolare, muscolare e uno stato di infiammazione generalizzato che potrebbe favorire l’insorgenza di uno stato patologico. Eliminare quindi i carboidrati dalla nostra alimentazione è assolutamente scorretto e dannoso per il nostro corpo. Ciò che fa ingrassare non è il carboidrato bensì l’eccesso di un qualsiasi macronutriente.

La scelta migliore è quindi seguire una dieta equilibrata basata su una corretta ripartizione dei macronutrienti e affidarsi sempre a professionisti del settore.


Passiamo ora ad un altro mito alimentare: “L’ananas brucia i grassi”

Vi sarà sicuramente capitato di sentir dire che l’ananas sia in grado di bruciare i grassi. Siamo costretti a sfatare anche questo mito attraverso una citazione tanto diretta quanto realistica: “l'ananas brucia i grassi solo se attraversi l'Atlantico a nuoto e vai a raccoglierlo in Costa Rica". Questa sua presunta azione, sembrerebbe essere causata da una molecola definita bromelina contenuta all'interno del frutto. Diversi studi hanno dimostrato come questa molecola sia in grado di facilitare la scissione, quindi la digestione delle proteine, inoltre possiede importanti proprietà antinfiammatorie, anti edematose, antitrombotiche e di inibizione dell’aggregazione piastrinica. Da un punto di vista medico la bromelina viene utilizzata nel trattamento di angina pectoris, bronchite, sinusite, traumi chirurgici e tromboflebite. Nessuno studio scientifico ha dimostrato la sua efficacia nella riduzione del grasso corporeo.


Ultimo mito da sfatare: “La frutta deve essere mangiata lontano dai pasti”.

La scelta di consumare la frutta lontano o associata al pasto è soggettiva. Da un punto di vista nutrizionale non ci sono controindicazioni nel consumare una porzione di frutta in seguito ad un pasto. Il discorso però può variare per

quanto riguarda persone che presentino dispepsia gastrica o problematiche gastrointestinali. Questi soggetti potrebbero effettivamente avvertire un

rallentamento della digestione o un gonfiore addominale. In questi casi la frutta andrebbe consumata durante gli spuntini o per colazione. Per quanto riguarda invece le persone che non presentano alcun disturbo, il consumo di

frutta dopo un pasto non risulta avere controindicazioni. Il suo consumo potrebbe invece prolungare il senso di sazietà e allo stesso tempo il sapore zuccherino potrebbe evitare l'assunzione di un dolce dopo il pasto. L'elevato quantitativo di vitamina C contenuto in determinati frutti, quali ad esempio gli agrumi, se consumati dopo il pasto facilitano l'assorbimento del ferro. In conclusione possiamo affermare che il consumo di frutta non comporta controindicazioni da un punto di vista nutrizionale; potrebbe essere sconsigliato solamente in particolari soggetti con problematiche gastrointestinali.


Ricordiamo che non esistono alimenti miracolosi, l'unico modo per ridurre la massa grassa e migliorare il proprio stato di salute è attraverso una sana alimentazione, un'attività fisica adeguata e uno stile di vita salutare; il tutto associato a costanza, perseveranza e molto impegno. Sono questi gli unici fattori “miracolosi” scientificamente provati. Cerchiamo quindi di non cadere nei tranelli del marketing, il cui scopo è esclusivamente quello di aumentare le vendite. Il nostro scopo è invece quello di diffondere una corretta

informazione e di fornire a tutti gli strumenti necessari per una scelta consapevole sia di un prodotto che di uno stile di vita.

Sara Gaudio


BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA



- M. Ticca, “Miraggi alimentari”, GlF Editori Laterza, 2018, Bari


- M. Lombardo, “I carboidrati”, Alimentazione e stato di salute, 2015, Corso di

Laurea Triennale in Scienze dell’Alimentazione e Gastronomia.


- https://sifaformazione.it/SIFA (Società Italiana Fitness e Alimentazione), Dr.

Giuseppe De Carlo


- https://smartfood.ieo.it/

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