articolo a cura di Alessandro Timo
Laureando in Scienze dell'Alimentazione e Gastronomia
Fin dall’antichità, l’atto del mangiare è considerato fondamentale per approfondire relazioni personali, per celebrare festività o qualsiasi altro grande avvenimento. Basti pensare ai banchetti nei matrimoni o ai cenoni di Natale. E sempre dall’antichità, spesso e volentieri i festeggiamenti vengono accompagnati dalla musica.
Questi due mondi apparentemente distanti l’uno dall’altro sono invece da sempre strettamente collegati, ma se considerassimo il cibo uno strumento musicale vero e proprio? Più di una persona ci ha già pensato.
In Italia è nato un particolare gruppo “musicale”, che riesce a fondere in modo molto originale cucina e musica elettronica. Si tratta dei Food Ensemble, un gruppo composto da Francesco Sarcone, musicista e sound designer, Andrea Reverberi,
lo chef e Marco Chiussi, Sois Chef, fonico e sommelier. I tre artisti hanno reso il mangiare un atto multisensoriale, nello specifico si occupano di cucinare direttamente davanti ai commensali, fornendo in sottofondo musica elettronica generata dai suoni del cibo stesso. Attraverso l’utilizzo di vari microfoni, i suoni prodotti nell’atto di cucinare, dallo sfrigolio della cipolla in padella al battere del coltello sul tagliere, vengono registrati e successivamente modificati e assemblati in modo da creare una melodia.
In Austria, invece, dal 1998 esiste un gruppo musicale composto da diversi artisti quali musicisti, designer e scrittori, che hanno
avuto l’idea di fare musica con elementi commestibili. Il loro nome è The First Vienna Vegetable Orchestra. Verdure e ortaggi vengono
incisi e assemblati secondo particolari tecniche che permettono l’amplificazione e la produzione del suono. Le tipologie di strumenti musicali utilizzati e inventati dal gruppo sono moltissime; originali flauti dolci realizzati con le carote; delle melanzane – nacchere; delle zucche percussioni e dei “cucumberphones”, ovvero degli strumenti a fiato ottenuti da zucchine, carote e peperoni.
Ancora più particolare è il caso del professor Joshua Rosenstoc di Interactive Media and Game Development and Humanities & Arts ha scoperto che la fermentazione produce delle melodie spontanee.
Grazie a questa scoperta ha creato il “Fermentophone” che consiste del registrare debolissimi suoni prodotti dalle bollicine di
diossido di carbonio rilasciate durante la fermentazione degli alimenti, che poi verranno processati da un computer per creare delle melodie elettroniche.
Come abbiamo visto musica e cibo oltre ad essere collegate a livello emozionale, lo sono anche a livello pratico, e sempre più studiosi e artisti stanno ampliando le loro conoscenze in questo nuovo mondo, che, alla fine, è sempre stato sotto i nostri occhi.
Alessandro Timo
Sitografia
www.food-lifestyle.it
www.finediniglovers.it
www.ilgiornaledelcibo.it
www.teleambiente.it
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