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L’IMPORTANZA DEGLI OMEGA 3 PRIMA, DURANTE E DOPO LA GRAVIDANZA

articolo a cura di Carmine Napolitano

Laureando in Scienze dell'Alimentazione e Gastronomia


I PUFA a catena lunga Omega-3 (n-3), inclusi EPA e DHA, sono grassi alimentari con una serie di benefici per la salute (1). Sono incorporati in molte parti del corpo comprese le membrane cellulari (2) e svolgono un ruolo nei processi antinfiammatori e nella viscosità delle membrane cellulari (3, 4). EPA e DHA, acidi eicosapentaenoico e docosaesaenoico, sono stati collegati alla salute umana in tutte le fasi della vita, dallo sviluppo fetale fino all’invecchiamento (5). Il DHA è un componente chiave di tutte le membrane cellulari e si

trova in abbondanza nel cervello e nella retina (6). EPA e DHA sono anche i precursori di diversi metaboliti che sono potenti mediatori lipidici, considerati da molti ricercatori utili nella prevenzione o nel trattamento di diverse malattie (7).


Può risultare difficile raggiungere l'apporto adeguato di EPA e DHA attraverso la sola dieta,

anche se EPA e DHA sono estratti da alcune alghe, e sono prevalenti negli animali marini. Un acido grasso omega-3 a catena più corta, l'acido α-linolenico (ALA), è un componente importante della nostra dieta poiché si trova in molte piante terrestri comunemente mangiate, ma non fornisce i benefici per la salute visti con EPA e DHA. Sebbene sia possibile per il corpo convertire ALA in EPA e DHA mediante enzimi (elongasi e desaturasi), la ricerca suggerisce che solo una piccola quantità può essere sintetizzata nel corpo da questo

processo (8). Il regime dietetico di oggi è cambiato nel corso del tempo fino ad arrivare ad essere ricco di acidi grassi saturi e povero di acidi grassi omega-3 (9). Questo cambiamento nelle abitudini alimentari è dovuto soprattutto all’aumentato consumo dei cibi dei fast food contenenti elevate quantità di grassi saturi, e piccole quantità di PUFA omega-3 essenziali rispetto al cibo preparato in casa (10). Fonti di prodotti marini come il pesce e gli integratori di olio di pesce sono i principali contributori dei due acidi grassi omega-3 alimentari biologicamente importanti, EPA e DHA (11-13). Si ritiene che questa bassa assunzione di EPA

e DHA nella dieta sia associata a un aumento dei processi infiammatori, nonché a uno scarso sviluppo fetale, alla salute cardiovascolare generale e al rischio di sviluppo della malattia di Alzheimer.


Le linee guida per la nutrizione in maternità hanno sempre sottolineato l’importanza di una

dieta che includa un fabbisogno calorico e proteico sufficiente, ma recentemente anche gli acidi grassi sono stati ritenuti importanti (14). Ciò è in parte dovuto al fatto che l'integrazione di EPA e DHA durante la gravidanza è stata associata a molteplici benefici per il bambino.


A partire da prima del concepimento, la qualità degli ovociti viene identificata come uno dei fattori più rilevanti in relazione alla fertilità femminile, non solo per il processo di fecondazione, ma anche per garantire l'impianto e lo sviluppo embrionale (15). Tra i fattori legati alla qualità degli ovociti, viene evidenziata la dieta seguita dalla madre, poiché l'obesità e il diabete possono alterare la funzione mitocondriale e l'allineamento cromosomico a livello dei gameti (16) Di conseguenza, la concentrazione di acidi grassi nel microambiente follicolare ovarico è associata alla qualità degli ovociti e allo sviluppo embrionale durante le procedure di fecondazione in vitro (16) I livelli follicolari di n-3 PUFA sono correlati con i lipidi presenti nel sangue, che vengono modificati in base alla dieta e al peso corporeo (16). È stato dimostrato che il tasso di conversione dell'ALA in EPA e DHA negli uomini raggiunge rispettivamente l'8% e meno dell'1%, mentre nelle donne i tassi corrispondenti sono rispettivamente del 21% e del 9% (17). Questa differenza è attribuita ai maggiori fabbisogni di n-3 PUFA durante la gravidanza e l'allattamento (17).


Durante la gravidanza, secondo le raccomandazioni congiunte della World Association of Perinatal Medicine, della Early Nutrition Academy e della Child Health Foundation, il consumo materno di DHA non dovrebbe essere inferiore a 200 mg/die. Gli integratori alimentari sono una delle fonti suggerite per raggiungere questo obiettivo (18). Anche se una dieta ricca di pesce è anche una fonte di DHA/EPA, il potenziale contenuto di

contaminanti, come il mercurio, è motivo di preoccupazione (19). Pertanto, integratori di alta qualità possono svolgere un ruolo preminente per evitare impurità e contaminanti (19).

Viene infatti consigliata la a somministrazione di 200 mg e 300 mg/die di DHA, dal National Institutes of Health e dalla International Society for the Study of Fatty Acids and Lipids, tra le altre società specializzate (19). La massima crescita del cervello umano si verifica dall'inizio del terzo trimestre di vita intrauterina fino a 18 mesi dopo la nascita (17); durante questo periodo, la concentrazione di DHA aumenta significativamente da 900 μg/ga 3.000 μg/g (17).

Pertanto, viene evidenziata la necessità di un adeguato apporto di n-3 PUFA durante questo periodo, al fine di garantire una crescita normale e sviluppi visivi e neurologici (17). Durante la gravidanza, la placenta trasferisce i nutrienti, incluso il DHA, dalla madre al feto (20). La quantità di acidi grassi omega-3 nel feto è correlata alla quantità ingerita dalla madre, quindi è essenziale che la madre abbia un'alimentazione adeguata (21). Diversi studi hanno confermato il beneficio dell'integrazione di omega-3 durante la gravidanza in termini di un corretto sviluppo del cervello e della retina. Dei due più importanti acidi grassi omega-3 a

catena lunga, EPA e DHA, il DHA è il più importante per il corretto funzionamento della membrana cellulare ed è vitale per lo sviluppo del cervello e della retina fetali (14). Durante il terzo trimestre, grandi quantità di DHA si accumulano nel tessuto fetale (22). Le due aree fetali più infiltrate includono la retina e il cervello, che possono essere correlate alla normale vista e alla funzione cerebrale (21). Di grande importanza clinica, è stata considerata quindi l'integrazione di EPA e DHA durante la gravidanza, che è stata associata a una gestazione più

lunga e ad un aumento delle concentrazioni di EPA e DHA nei tessuti fetali (23). Ci sono anche prove che le madri che usano l'integrazione di EPA e DHA durante la gravidanza e l'allattamento possono proteggere i loro figli dalle allergie. Ciò può essere dovuto al fatto che l'integrazione di olio di pesce è stata associata a livelli ridotti di cellule del corpo associati a infiammazione e risposta immunitaria (24). Un altro vantaggio associato all’integrazione di PUFA n-3 è la prevenzione delle nascite premature. Questo è molto importante,

considerando che questo problema rappresenta oltre l'85% di tutte le cause di mortalità e di complicanze perinatali (25), oltre a rappresentare un maggiore fabbisogno di risorse per le unità di terapia intensiva e un maggior rischio di comorbilità precoci, con potenziali conseguenze per tutta la vita (25). Allo stesso modo, è stato confermato che questi integratori sono collegati a un aumento del peso alla nascita di circa 122gr quando i partecipanti sono stati confrontati con quelli che non erano stati sottoposti all'integrazione

di PUFA n-3 (26). Tenendo conto della sua facilità di somministrazione e dei risultati ottenuti, l'integrazione di n-3 PUFA potrebbe svolgere un ruolo come strategia preventiva per le nascite premature, indipendentemente dai rischi associati dalla dose somministrata (26).


Anche durante l'allattamento viene evidenziata l'importanza dell’integrazione con PUFA, data l'importanza del DHA per lo sviluppo del cervello del neonato e del bambino. Le dosi suggerite sono simili a quelle proposte durante la gravidanza (18-19). I livelli di DHA nel latte materno possono essere aumentati dall'integrazione (17), e sembrano essere correlati con la funzione cognitiva e lo sviluppo del linguaggio nei neonati, nonché con la salute psicosociale generale (27). L'assunzione giornaliera di DHA da parte dei bambini allattati al seno è stimata tra 13 mg e 26 mg/die, che è inferiore a quanto trasferito durante la vita intrauterina (45-50 mg/kg/die). L'integrazione con n-3 PUFA prima, durante e dopo la gravidanza è legata a numerosi benefici materni, fetali e infantili per quanto riguarda la capacità riproduttiva delle donne e la funzionalità cognitiva della loro prole. La diffusione dell'uso di questi integratori potrebbe migliorare la qualità della gravidanza in modo semplice, efficace e con alti tassi di sicurezza.


Carmine Napolitano


Studi di riferimento


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