Conservare la biodiversità è necessario per il nostro futuro; ricordo con piacere tutti gli studi fatti all'università quando frequentavo biologia, indirizzo ambientale-naturalistico e ad oggi quelle ricerche mi risuonano vive ed assumono dei connotati ancora più importanti, per azioni che devono essere compiute sempre più oggi, adesso, senza rimandare ancora. La biodiversità è la ricchezza delle specie ed assume un'importanza ecologica, etica, sociale ed economica.
Ciò premesso, addentriamoci a comprendere ancora una volta, l'immenso lavoro delle api, per l'ambiente e per tutti noi.
Le piante, che fecondano a distanza delle altre, creano un mescolamento genetico maggiore che fecondando quelle attorno e ciò è importantissimo in quanto si crea una popolazione diversificata, non omogenea e consanguinea, che quindi sarà più resistente ai cambiamenti ambientali, alle nuove malattie o parassiti.
L'ape, è il veicolo che permette attraverso il suo corpo, di trasportare granuli pollinici (minuscoli e fragili) a diversi chilometri di distanza, facendoli resistere al sole, ai raggi UV, al vento, al disseccamento e all'ossidazione. Protegge le microscopiche cellule di polline per permettergli il loro compito.
La natura è così perfetta da essersi evoluta (nelle angiosperme) in modo da inibire la germinazione se il polline è geneticamente molto simile, o se proviene dalla pianta stessa evitando così un'autoimpollinazione; tutto questo permette di evitare la consanguineità.
L'ape, è un prezioso impollinatore, che grazie ai chilometri che percorre, contribuisce al perfetto funzionamento della riproduzione delle piante, in quanto rende appunto possibile che il polline venga trasportato da una pianta all'altra, facendo avvenire la fecondazione, quindi la successiva produzione di semi e frutti.
L’impollinazione delle angiosperme (piante evolute, con fiore vero e seme protetto) è svolta principalmente dalle api, che hanno stabilito rapporti esclusivi con le piante, per ricavarne nettare e polline necessari ad allevare la loro prole e alla loro sopravvivenza. Di riflesso il ruolo degli impollinatori è fondamentale per la sopravvivenza di gran parte della flora spontanea e coltivata. Quindi mentre il polline (granuli microscopici dall’aspetto di polvere di colore diverso a seconda del fiore) costituito da granuli che sono le cellule riproduttrici maschili della pianta, viene trasportato dal vento per dispersione, o dalle api/altri impolinatori, riesce ad arrivare agli organi femminili dei fiori (pistilli), ma al tempo stesso è d'interesse alimentare da parte delle api, per la carica energetica e proteica, indispensabile per la crescita nell'alveare.
Come avviene la raccolta, delle api e dell'uomo
Le api bottinatrici, prelevano del nettare dalle scorte presenti nell'alveare, per poi uscire e giungere su un fiore e raccogliere la polvere di polline grazie alla peluria di cui sono ricoperte e alla spazzole di peli rigidi che hanno sulle zampe, riuscendo a ridurla in palline, compatte ed aderenti grazie al nettare dapprima prelevato, e quindi"facili" da trasportare sotto delle setole arcuate poste sulle zampe posteriori.
Le api custodiscono così un alimento straordinario, ricco di proteine (più di carne e pesce) in cui gli stessi microrganismi di cui è ricco potrebbero danneggiarlo e per questo lo mantengono a 36 °C, ad elevata umidità, allevano dei fermenti lattici e alcuni lieviti nel nettare. Un'ennesima pratica straordinaria di creazione e conservazione "industriale" del polline ad opera delle api, che viene chiamato "pane d'api", elaborato così ed immagazzinato nei favi.
L'apicoltore, tramite una trappola da polline posta nell'alveare, riuscirà ad intercettare un po' di questo straordinario prodotto, ma sarà sempre e solo una minuscola parte rispetto alla loro produzione; questo riuscirà a garantire alle api il loro giusto nutrimento per la covata di operaie e dei maschi; è infatti l’elemento proteico necessario alla formazione e alla crescita delle api.
Allergie ed intolleranze: facciamo chiarezza
Allergie e intolleranze, spesso confuse, sono fenomeni assai diversi, sotto molteplici aspetti. Una delle domande più frequenti è se sia possibile consumare il "polline d'api" in quei soggetti allergici ai pollini.
Brevemente: un'allergia (fortunatamente meno frequente di un'intolleranza), è una patologia immunitaria caratterizzata da una reazione avversa agli alimenti, o meglio alle proteine naturalmente in essi contenuti (antigeni o allergeni); può essere un fenomeno molto spesso IgE-mediato, oppure non IgE mediato, come nel caso reazioni avverse da avvelenamento o di tipo tossico (tossine nell'alimento). Le Ig o Immunoglobuline sono infatti, specifici anticorpi che fanno parte del sistema immunitario dell'organismo e che al contatto con l'alimento, lo difendono da ciò che viene ritenuto estraneo, producendo un’immunoglobulina specifica di tipo IgE che si lega a specifiche cellule della pelle, dell'apparato respiratorio, di quello digerente, etc. Le immunoglobuline quindi, le volte successive alla prima introduzione, riconoscono l’allergene ed inviano subito al contatto con l'alimento, segnali che causano immediato rilascio di istamina, la principale responsabile dei sintomi caratteristici di tutte le reazioni allergiche. Alcuni alimenti sono più frequentemente incriminati (es. uova, latte, pesce, arachidi, crostacei e fragole), ma in realtà tutti possono provocare reazione allergica, a partire dal prurito e gonfiore della bocca, poi della gola, nausea, vomito, crampi addominali, diarrea, ma anche reazioni cutanee (orticaria), respiratorie, cefalea, ecc..., nei casi più gravi shock anafilattico (meno dell’1% dei casi). Nel caso delle intolleranze alimentari, il sistema immunitario non viene in alcun modo coinvolto, seppure spesso i sintomi sono simili alle allergie; entrambe rientrano comunque nelle reazioni avverse agli alimenti di tipo non tossico. L'intolleranza può manifestarsi in base ad una certa quantità di alimento introdotta (è dose dipendente) che l'organismo non riesce appunto a tollerare e spesso, come nel caso di “intolleranza al lattosio”, a causa di un deficit enzimatico. Una delle principali differenze con le allergie, sta nel fatto che i sintomi dell'intolleranza alimentare, possono comparire a distanza di ore ed in certi casi di giorni, pertanto diventa difficile comprenderla ed associarla ai vari alimenti. L'intolleranza alimentare possono essere enzimatiche, come nell'esempio suddetto o anche farmacologiche ed indefinite. Le intolleranze farmacologiche vengono dette anche “reazioni pseudoallergiche” o PAR, poiché simili alle allergie mediate IgE; le fa distinguere il fatto di esser dose-correlate. I farmaci non si trovano propriamente negli alimenti, ma questo tipo di intolleranza potrebbe esser scatenato da reazioni incrociate tra additivi alimentari e farmaci o cosmetici.
Ciò che le api raccolgono, non sono i pollini come quelli di conifere o graminacee, che vengono trasportati dal vento e che danno in genere manifestazioni allergiche respiratorie nei soggetti predisposti (allergia al polline stagionale da inalazione o febbre da fieno); le piante scelte dalle api, producono un polline privo di allergene e ricco di micronutrienti benefici. Tuttavia sembrerebbe che circa l'1% della popolazione risulti allergica anche a questi pollini (in genere persone che hanno allergie generalizzate, che reagiscono cioè a circa 8/10 allergeni).
In questo caso si consiglia di provare ad assumere pochi granuli di polline e tenerli un po’ in bocca; in caso di reazione allergica si noterà un'infiammazione con ispessimento della mucosa orale. Pizzicorio della gola o voce roca, saranno invece solo un effetto momentaneo. Un'altro 2% della popolazione, quindi circostanza più presente, potrebbe avere un'intolleranza specifica al polline assunto, che si potrebbe manifestare con dolori addominali, flatulenza e nausea, ma queste non essendo appunto manifestazioni allergiche, potranno assolutamente passare assumendo il polline in piccole quantità crescenti.
Quindi, i soggetti affetti da allergie al polline anemofilo (trasportato dal vento) debbono essere prudenti nel caso in cui siano allergici ad un gran numero di allergeni, ma altrimenti sembrerebbe che assumendo polline d'api, possano ricavare beneficio come tutti, oltre che per l'altissimo valore alimentare, per le reazioni allergiche che potranno diminuire d'intensità.
Proprietà del polline
Scienza, ricerche e sviluppo, hanno permesso di confermare le proprietà benefiche del polline che venivano già ipotizzate nei secoli scorsi. Basti pensare ad Aristotele, ne Historia animalium (343 a.C.) in cui mostrò le pallottole di polline adese alle zampe delle api, parlando di polline floreale utilizzato come fonte di nutrimento, ma anche Ippocrate, Gaio Plinio Secondo e Pitagora, padri della medicina che somministravano polline delle api ai pazienti per le numerose proprietà benefiche.
Dal punto di vista nutrizionale possiamo affermare senz'altro che è un alimento straordinario, completo, bilanciato ed energetico; contiene infatti carboidrati, proteine, amminoacidi liberi, lipidi, acidi grassi, fibre, vitamine, enzimi e sali minerali; contiene flavonoidi, come rutina e campferolo, che posseggono importanti proprietà antiossidanti. In particolare la rutina, è un bioflavonoide ed il polline risulta la fonte naturale più ricca scoperta finora, importantissima perchè grazie alla sua azione sinergica con la vit. C e con altri flavonoidi, ha potere antinfiammatorio, antivirale, anticancerogeno e antimicrobico.
E' importante dire che queste sostanze si trovano in tutti i pollini, ma l'origine botanica, la composizione chimica, l'età, le condizioni ambientali e nutrizionali della pianta, influenzano lo sviluppo del polline. Così come varia il metodo di raccolta e poi di conservazione del polline. E tra poco capirete meglio perché e cosa vi consiglio!
Cambia la forma dei granuli pollinici (sferica, poliedrica, allungata, vermiforme), le dimensioni (comunque nell'ordine di μm) ed il colore (giallo, rossiccio, azzurrognolo, bruno o bianco).
Il polline è quindi un integratore naturale ottimo, ma.... non sono tutti uguali! Cambia anche la composizione in principi nutritivi, le caratteristiche organolettiche e la gradevolezza, che sia raccolto un polline "millefiori" o "monofloreale" di salice, di erica, di castagno, etc.
Negli anni '50 fu il Prof.Rémy Chauvin, biologo e naturalista francese, che studiò il polline allo stato fresco, ma per anni il principale metodo di conservazione è stato quello dell'essicazione, in cui in realtà, vengono distrutti quasi il 90% dei principi nutritivi oltre che le caratteristiche organolettiche. Solo negli anni '90 Patrice Percie du Sert, ingegnere agricolo e apicoltore professionista francese, sottolineò e studiò l'importanza di conservare il polline allo stato "fresco" preservandone così integre le qualità.
Per ogni grammo di polline (entità biologica che contiene il necessario alla vita) allo stato fresco, può esserci un contenuto di milioni di fermenti lattici, benefici per flora e transito intestinale, oltre al medesimo ruolo svolto delle fibre presenti. In base alla provenienza floreale varia il contenuto di beta-carotene, il quale si trasforma in vit. A nel nostro corpo (rinforza mucose, capillari, occhi, vista e regola il sonno), oltre che come già accennato, sono presenti vitamine del gruppo B (come acido folico o B9 e niacina o B3) importanti per ormoni e tessuti nervosi, vitamina E o tocoferolo con importanti proprietà antiossidanti, vitamina C o acido ascorbico che rafforza il sistema immunitario, ma anche vitamina A, vit. B1 o tiamina, vit. B2 o riboflavina, vit. B5 o acido pantotenico, vit. B6 o piridossina, vit. B7 o mesoinositolo, vit. B8 o H o biotina, vit. B12 o cianocobalamina, vit. D o calciferolo a protezione delle articolazioni, minerali ed oligoelementi (come calcio, zinco, potassio, magnesio,fosforo, selenio, zolfo, manganese, rame e cloro), flavonoidi e fitosteroli.
Riassumendone la composizione:
Acqua (10- 20%)
Proteine (10-35% di cui la metà sono aminoacidi essenziali) Sono molti gli aminoacidi presenti nel polline, sia liberi che combinati: Acido glutammico, Arginina, Cistina Istidina, Isoleucina, Leucina, Lisina, Metionina, Fenilalanina, Treonina, Triptofano, Valina; la composizione amminoacidica del polline risulta molto simile a quella della pappa reale.
Carboidrati (15-40% )soprattutto da glucosio, fruttosio e amido.
Lipidi (1-10%) trigliceridi, acidi grassi liberi, soprattutto acidi insaturi come l'acido oleico ω9 o omega 9, linoleico ω6 o omega 6 e linolenico ω3 o omega 3.
Sali minerali (0,5-3%) K, Mg, Ca, P, Si, S, Mn, Cu, Fe, Cl, Ti,...
Altri componenti: vitamine, ormoni, pigmenti, antibiotici, enzimi
in conclusione, dove acquistarlo ma soprattutto perchè!
Vi ho premesso come può differenziarsi l'importanza della raccolta e del metodo di conservazione per mantenerne al meglio tutte le proprietà nutrizionali elencate; bè...l'apicoltura le api di papà vende "polline fresco", va da se, avendo letto l'articolo, che a differenza di una conservazione per essiccamento o deumidificazione, la componente benefica viene preservata. In più, l'apicoltore, raccoglie sapientemente durante le varie fioriture stagionali tutte le produzioni polliniche delle sue api, selezionandole e mixandole in un modo strategico tale a garantire in un cucchiaino, tutte le proprietà peculiari delle varie specie vegetali. Ecco perchè mi permetto di consigliare questo prodotto, provato ed approvato!
Ah dimenticavo, come assumerlo?
1 o 2 cucchiaini la mattina assoluto o meglio ancora nello yogurt magro e/o insieme ad un po' di frutta secca/fresca, per una colazione completa!
link polline fresco - le api di papà: https://www.leapidipapa.com/product-page/polline-fresco
FONTI:
Pollen composition and standardisation of analytical methods, Journal of Apicultural Research 47(2):156-163, Maria G. Campos et al., June 2008
Relationship between botanical origin and antioxidants vitamins of bee-collected pollen, Quím. Nova vol.32 no.5 São Paulo, Karla C. L. S. Oliveira et al., 2009
Progetto di Ricerca Corrente IZS LT 06/14 RC - Ufficio Ricerca, Sviluppo e Cooperazione Internazionale
Comments