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Immagine del redattoreErika Arena

Probiotici, Prebiotici, Simbiotici: facciamo chiarezza

articolo a cura di Gabriele Lazzari

Laureando In Scienze dell'Alimentazione e Gastronomia


Il microbiota intestinale rappresenta l’insieme dei microrganismi commensali e benefici che popolano il tratto gastrointestinale dell’essere umano. Questa comunità, che può essere considerata non solo un organo metabolico, ma il nostro vero secondo cervello, svolge numerose attività benefiche per la nostra salute tra cui, la regolazione e il mantenimento dell’omeostasi metabolica, la difesa contro la proliferazione dei batteri patogeni potenzialmente dannosi e causa di malattie tossinfettive, la maturazione del sistema immunitario e la regolazione dei meccanismi legati a fame e sazietà attraverso l’interazione diretta o indiretta con il nostro sistema nervoso enterico e centrale e l’apparato endocrino. Mantenere il microbiota intestinale in uno stato di eubiosi, ovvero assicurarne la diversità e la ricchezza filogenetica, risulta quindi di fondamentale importanza per il nostro organismo.


Il fattore principe che modula la sua composizione è sicuramente la dieta. La maggior parte dei batteri buoni, come per esempio Bifidobatteri e Latobacilli, si assicura il nutrimento necessario per la sopravvivenza attraverso la digestione e fermentazione delle fibre introdotte con l’alimentazione, utilizzando dei complessi enzimatici che l’essere umano non possiede. Per questo una dieta ricca in fibre, presenti nella frutta, nella verdura fresca e negli alimenti integrali assicura il mantenimento dell’eubiosi favorendo la crescita e la colonizzazione dei distretti intestinali da parte dei microrganismi amici della salute. In situazioni particolari, per esempio a seguito di terapie antibiotiche che indiscriminatamente agiscono anche sui batteri buoni, la composizione del microbiota intestinale può essere riequilibrata attraverso un intervento mirato con l’utilizzo di prebiotici, probiotici e simbiotici che selettivamente favoriscono la crescita di alcune specie

batteriche a scapito di altre. Questi termini, di cui si fa largo uso, vengono spesso utilizzati impropriamente senza averne una chiara idea della natura e dell’utilità di ciassuno di essi. Facciamo quindi chiarezza esaminandoli nel dettaglio.



Prebiotici

La definizione ufficiale di prebiotici da parte di OMS e FAO li classifica come: “componenti non digeribili del cibo che esercitano un effetto sull’ospite stimolando selettivamente la crescita e/o l’attività di una o di un numero limitato di specie batteriche già presenti nel colon, migliorando la salute dell’ospite”. I prebiotici sono dunque delle sostanze non digeribili dall’essere umano, ma fermentabili dai microrganismi intestinali che ne traggono nutrimento, contenute in natura in diversi alimenti. Principalmente sono delle fibre idrosolubili, non gelificanti di cui fanno parte i polisaccaridi non amidacei o beta-glucani, i frutto-oligosaccaridi (FOS), i galatto-oligosaccaridi (GOS), le inuline e lo psyllium. Solitamente sul mercato sono disponibili sotto forma di integratori alimentari o presenti in cibi arricchiti e se assunti in quantita sufficienti riescono a migliorare il benessere intestinale promuovendo la crescita dei batteri “buoni”. Oltre che negli integratori di produzione industriale, composti prebiotici di varia natura e quantità sono contenuti in alimenti molto comuni e facilmente reperibili. In particolar modo cibi ricchi di FOS sono frumento, cipolle, porri, cicoria, aglio, banane e miele, mentre la cicoria è particolarmente ricca di inulina.


Per poter raggiungere l’intestino e quindi promuovere la crescita e lo sviluppo microbico, devono poter essere resistenti alla digestione e all’ambiente gastrico altamente acido e devono essere assunti in quantità giornaliere tali da poter svolgere un’azione prebiotica secondo le evidenze scientifiche disponibili. Una volta raggiunto l’intestino i probiotici sono in grado di:

  • promuovere la moltiplicazione dei bifidobatteri residenti (microrganismi benefici appartenenti al gruppo dei fermenti lattici)

  • migliorare l’assorbimento dei sali minerali (in particolare, del calcio, importante per il corretto metabolismo osseo e per la prevenzione dell’osteoporosi)

  • aumentare il volume delle feci e accelerare il transito intestinale, contrastando la stitichezza

  • influenzare favorevolmente i livelli di grassi e di zuccheri nel sangue (contribuendo alla prevenzione di malattie cardiovascolari e diabete).

Probiotici

La parola probiotico deriva dall’unione di due termini, uno latino e uno greco, rispettivamente “pro” (a favore di) e “bios” (vita). Il suo significato letterale è quindi “in favore della vita” e si oppone a quello di antibiotico. La prima definizione ufficiale di “probiotici” è stata coniata nel 2001, dalla FAO e dall’OMS, che li hanno riconosciuti come “microrganismi vivi che, quando somministrati in quantità adeguate, esercitano un effetto benefico sulla salute dell’ospite”. Per il Ministero della Salute italiano i probiotici sono in generale “microrganismi in grado di favorire l’equilibrio della microflora intestinale”. Quindi la differenza sostanziale tra prebiotici e probiotici deriva dal fatto che, mentre i primi sono molecole che, una volta ingerite, fungono da substrato nutritivo per i microrganismi commensali intestinali e ne favoriscono lo sviluppo, i secondi sono veri e propri microrganismi vitali assunti a scopo per lo più terapeutico al fine di modulare e ripristinare in direttamente l’equilibrio della flora intestinale. Affinchè un batterio possa essere definito probiotico deve possedere determinate caratteristiche che possiamo riassumere nei seguenti punti:

  • Deve essere, a condizioni normali, appartenente a una specie batteriche naturalmente presente nel nostro intestino;

  • Deve saper resistere all'azione digestiva dei succhi gastrici, degli enzimi intestinali e dei sali biliari, riuscendo a giungere intatto nel colon;

  • Non deve provocare reazioni immunitarie o altrimenti nocive;

  • Deve essere in grado di aderire alle cellule intestinali e capace di vivere e moltiplicarsi nell’ambiente intestinale;

  • Deve avere un effetto benefico per la salute umana, grazie all'antagonismo nei confronti di microrganismi patogeni e alla produzione di sostanze antimicrobiche.

I benefici derivanti dall’assunzione di probiotici possono essere:

  • produzione di vitamine, minerali e altre sostanze utili (per i batteri benefici e/o per tutto l’organismo)

  • riduzione del pH intestinale, attraverso la produzione di acido lattico (in particolare, da parte di lattobacilli e bifidobatteri) e acido acetico

  • rafforzamento della barriera intestinale, con conseguente riduzione della penetrazione di sostanze tossiche e allergeni e riduzione dell’adesione di batteri patogeni

  • competizione per le sostanze nutritive a discapito di batteri patogeni

  • produzione di sostanze in grado di ostacolare la crescita di batteri patogeni (batteriocine)

  • potenziamento delle difese immunitarie intestinali e riduzione dell’infiammazione della mucosa intestinale

  • miglioramento della fase finale della digestione e dell’assorbimento dei nutrienti (vitamine, minerali, zuccheri, grassi ecc.)

  • miglioramento del metabolismo dei grassi e del colesterolo, attraverso la produzione di acidi grassi a catena corta.

Le evidenze scientifiche indicano che la quantità minima per ottenere una temporanea colonizzazione dell’intestino da parte di microrganismi probiotici (batteri o lieviti) è di almeno un miliardo (109) di cellule vive al giorno. Per essere utile, quindi, ogni dose quotidiana di prodotto probiotico deve contenere almeno questa quantità di uno o più dei ceppi presenti. Questo parametro è di fondamentale importanza al momento dell’acquisto di un prodotto probiotico commerciale. Inoltre anche la formulazione per i probiotici da assumere in forma orale è molto importante, in quanto può influenzare la quantita di probiotico che arriva nell’intestino: l’utilizzo di capsule rivestite è spesso da preferire, in quanto permette ai microrganismi probiotici di sopravvivere all’ambiente ostile dello stomaco e di raggiungere l’intestino.


Simbiotici

I simbiotici sono un mix tra probiotici e prebiotici, la cui azione sulla salute è sinergica e per questo

definita simbiotica. Sono alimenti o sostanze che combinano l’azione di probiotici e prebiotici per

migliorare il nostro stato di salute e hanno capacità di aumentare da un lato la sopravvivenza degli

organismi probiotici e dall’altro di favorire la formazione di un substrato nutritivo specifico alla flora

batterica intestinale già residente. Alcuni esempi di simbiotici disponibili sul mercato sono:

  • bifidobatteri + fruttoligosaccaridi (FOS)

  • Lattobacilli + lattitolo

  • Bifidobatteri + galattoligosaccaridi

L'associazione di probiotici e prebiotici rappresenta, probabilmente, la migliore strategia di integrazione, perché migliora da un lato la sopravvivenza degli organismi probiotici (aumenta la vita commerciale del prodotto) e fornisce allo stesso tempo una fonte di nutrimento per la flora batterica commensale.


Alla luce di quanto abbiamo descritto appare evidente l’importanza di tali prodotti per il miglioramento della salute e dello stato di benessere dell’organismo umano, anche se gli studi scientifici mirati sugli effetti positivi nel breve e nel lungo termine sono ancora limitati e spesso discordanti. Data la sempre più crescente offerta di prodotti disponibile sul mercato, il rischio che deve essere evitato è quello di incappare nell’adescamento commerciale che spinge molti utenti all’acquisto inconsapevole e il più delle volte deleterio di tali prodotti. Le informazioni disponibili su internet riguardo i prebiotici, probiotici e simbiotici provengono spesso da siti commerciali, nella maggior parte dei casi non citano fonti scientifiche, a volte dichiarano benefici che non sono stati provati da studi clinici e di solito non menzionano i possibili effetti collaterali. Se pur frequentemente catalogati come integratori, non bisogna dimenticare che l’utilizzo di tali prodotti risulta valido e sicuro solamente se inserito in un quadro di intervento terapeutico che, considerando le condizioni cliniche del paziente, sia mirato a ripristinare l’equilibrio microbico

intestinale.


Gabriele Lazzari


Sitografia

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