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TRACCIABILITA’ DEGLI ALIMENTI

Articolo a cura di Ilenia Costanzo

Laureanda in Scienze dell'Alimentazione e Gastronomia


La tracciabilità degli alimenti, nasce come uno strumento di sicurezza alimentare.

Il termine “tracciare” deriva dalla parola latina “ tractiare” ed indica la descrizione del percorso che compie

una materia prima o un lotto di produzione, attraverso, dei passaggi che vanno da un’entità commerciale

all’altra all’interno della filiera produttiva. Quindi, insieme al flusso di merci, avviene il flusso di informazioni che ad ogni passaggio vengono conservate.

Il Reg 178/2002, introduce la procedura di tracciabilità definita come l’elemento che può garantire al conservatore di svolgere una consapevole scelta del prodotto.

La procedura di rintracciabilità, viene considerata come la possibilità di ricostruire il percorso di un alimento, un mangime o di un animale destinato alla produzione alimentare durante le fasi di: produzione, trasformazione, distribuzione. All’interno della filiera alimentare, ciascun passaggio, prevede che il prodotto

venga registrato sin dall’ingresso in azienda si no alla sua commercializzazione e poter risalire così, alle sue

materie prime originariamente impiegate per la sua composizione, in caso di necessità.


L’azienda responsabile della commercializzazione finale del prodotto, ha l’obbligo della creazione di

“codici” che distinguono ogni lotto di produzione che viene immesso sul mercato, i quali, devono essere

caratterizzati da: indicazioni sulla data di produzione, informazioni sugli ingredienti utilizzati per la

composizione e l’assegnazione dei lotti ai rispettivi distributori finali.

L’obbligo della rintracciabilità, dal 1 gennaio 2006, è stato esteso a tutti i prodotti agroalimentari, con

l’entrata in vigore del pacchetto igiene.

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